“Come sta Pogba adesso? È entusiasta. Il superpotere di Paul è quello di superare le difficoltà con una forza incredibile e una grande positività. C’è stato un momento, qualche settimana fa, nel quale mi ha detto: ‘Rafaela, basta. Io non voglio pensare più a niente, mi concentro sul mio ginocchio e sul recupero, perché voglio tornare a giocare’. E così ha fatto: sono sicura che non ha più ascoltato nessuno e non ha più sentito niente, perché lui è capace di escludere il mondo e concentrarsi solo su un obiettivo”. Lo ha detto Rafaela Pimenta, agente di Paul Pogba, in un’intervista rilasciata a ‘Tuttosport’. “E’ successo tutto ad aprile, quando Arrivabene e Nedved sono venuti a Monte-Carlo a vedere il Masters 1000 di tennis. Sono passati qui in ufficio, abbiamo chiacchierato un po’ e io ho detto loro: perché non fate Pogba? E loro hanno detto: ‘Certo! Per noi si può fare domani, lui verrebbe?’. E io ho risposto: ‘Chiamiamolo’. E così è andata”, ha aggiunto svelando un retroscena sul ritorno del centrocampista francese in bianconero, alle prese con un caso delicato in famiglia per un tentativo di estorsione da parte del fratello. “Un problema non raro fra i calciatori, quello di vivere situazioni di tensione o di ricatto. Vengono minacciati perché sono soggetti molto esposti. Ho visto di tutto, soprattutto ricatti: i giocatori hanno paura a denunciare queste cose perché temono il danno di immagine o si vergognano. Così tacciono e vivono situazioni di stress incredibile, rischiando di compromettere le prestazioni o addirittura di infortunarsi – ha spiegato -. Tacendo peggiorano la situazione perché un buon agente li può sempre aiutare. Quando Paul finalmente ha deciso di farsi aiutare ha migliorato la situazione e ha capito che c’era una soluzione”.
Adesso la situazione “è in mano agli avvocati. Paul adesso ha fatto tutto quello che doveva fare. Sì, forse poteva dirmelo prima ma lo capisco. Perché non è facile parlare di queste cose e spesso cerchi di risolverle da solo, perché ti vergogni, perché hai paura. Ma quando Paul ha deciso di parlare, le cose si sono avviate verso la soluzione – ha spiegato Pimenta -. Succede molto più spesso di quanto voi immaginiate e infatti con Paul abbiamo pensato a un progetto: sviluppare una piattaforma di dialogo e appoggio per la salute mentale di un calciatore, anonimo per dare consigli, perché non sempre i calciatori sono in grado di superare certi problemi”.
(LaPresse)
