Ore di tensione al porto di Catania per lo sbarco ‘a metà’ dei naufraghi a bordo delle navi Humanity1, della Ong Sos Humanity e della Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Due navi e due storie unite da un destino comune: due provvedimenti firmati dal ministero dell’Interno che prevedono lo sbarco solo per i soggetti fragili, per i restanti a bordo invece è previsto un dietro front. Come nel caso della Humanity1 che, a fronte dei 179 naufragi soccorsi nel Mediterraneo, ne ha visti sbarcare 144 e restare a bordo 35.
“Ci è stato ordinato di lasciare il porto di Catania, ma è mio dovere completare il salvataggio delle persone in pericolo, facendole sbarcare tutte”, ha detto il capitano della nave Joachim, che da subito ha manifestato il suo rifiuto nel ritornare nelle acque internazionali con i 35 naufraghi a bordo. “Il porto di Catania è un luogo sicuro – ha proseguito – non lo lascerò finché tutti i sopravvissuti salvati dall’emergenza in mare non siano sbarcati”.
I naufraghi, una volta fatti scendere dalla nave, sono stati condotti in un dormitorio messo a disposizione dalla Protezione civile locale, poi su disposizione del Viminale sono stati condotti nei rispettivi centri di accoglienza loro destinati. Sul molo intanto si sono susseguite le visite da parte di esponenti del mondo della sinistra, tra cui il deputato di Verdi e Sinistra Italiana, Aboubakar Soumahoro che ha annunciato che resterà al molo “fino a quando anche solo l’ultima persona non scenderà dalla Humanity1”.
“Il presidente Giorgia Meloni – ha sottolineato – ha la responsabilità di ogni vita, al momento sospesa, a bordo della nave”. A chiedere al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi lo sbarco di tutti i naufraghi, sia di Humanity1 che di Geo Barents, è stato anche il deputato Pd alla Camera e segretario regionale del Pd in Sicilia, Anthony Barbagallo. “Chiediamo al ministro Piantedosi di ripristinare la legalità e di far scendere quelli che per noi sono dei veri e propri ostaggi – ha detto – la convenzione di Ginevra, una volta che la nave è attraccata, prevede espressamente la possibilità di far scendere i migranti”.
Federico Portoghese, commissario del Comune e della Città metropolitana di Catania, in merito alla vicenda della Humanity1, ha fatto sapere a LaPresse che l’amministrazione è in attesa di “disposizioni dal Viminale su come l’amministrazione deve muoversi, ma da parte del Comune c’è la disponibilità ad accoglierli”. Un grido di indignazione è giunto anche da parte delle altre Ong. “Ciò che sta accadendo a Catania è indegno in un Paese civile: l’Italia vieta lo sbarco di 35 persone da Humanity1 perché non considerate abbastanza fragili – ha scritto sui social la Sea Watch – una vergogna inaccettabile che prolunga inutilmente le sofferenze di chi è scampato ai lager finanziati dal nostro Paese”.
“A bordo ci sono ancora persone che il governo vuole respingere in mare – ha proseguito Mediterranea Saving Humans – è una presa illegittima e illegale. Fateli scendere tutti”. Intanto nelle vicinanze del porto di Catania, è giunta anche una terza nave: la Ocean Viking, di Sos Mediterranèe, con a bordo 234 persone in totale, tra loro oltre 40 minori non accompagnati e 4 bambini sotto i 4 anni.(LaPresse)