Musica, Cristiano De Andrè porta in tour ‘Storia di un impiegato

Cristiano De Andre' in concertoFoto Alessandro La Rocca/LaPresse

Milano, 26 apr. (LaPresse) – Questa estate Cristiano De André porterà in tutta Italia l’imperdibile tour ‘Storia di un impiegato’, ispirato al celebre concept album di Faber, che torna così a smuovere le coscienze a 50 anni dalle rivolte sociali del 1968. Il tour prenderà il via il 5 luglio dal palco di Rock in Roma, location ideale per far ascoltare per la prima volta lo storico disco completamente riarrangiato che dà vita ad una vera e propria opera rock.

Di seguito le prime date del tour ‘Cristiano De André – Storia di un impiegato’: il 5 luglio a Rock in Roma all’Ippodromo delle Capannelle a Roma (lunedì 30 aprile dalle ore 10.00 apertura prevendite online su Rockinroma.com e Ticketone.it, da giovedì 3 maggio prevendite disponibili nei punti vendita Ticketone, Box Office Lazio, Etes); il 10 luglio a Villa Arconati a Milano; il 22 luglio a Villa Pisani a Strà – Venezia; il 29 luglio a Majano – Udine in occasione del Festival di Majano; il 3 settembre in Piazza Duomo a Prato.

Le prevendite sono disponibili su Ticketone e sui circuiti abituali.

Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, ha attinto dall’immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un concept album ‘sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore’. ‘Storia di un impiegato’ racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. ‘Il Sessantotto non fu tanto una rivoluzione politica, quanto sociale e culturale: anni di ‘lotta dura, senza paura’, come recitava uno dei tanti slogan, ma anche uno spartiacque tra passato e futuro’.

L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera nel 50esimo anniversario del ’68, un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere. Arrangiare ‘Storia di un impiegato’ ha significato per Cristiano De André riportare in auge ‘i figli della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il Sogno, da una parte, il Potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra’. Come recita il testo di ‘Nella mia ora di libertà’: Certo bisogna farne di strada/da una ginnastica d’obbedienza/fino ad un gesto molto più umano/che ti dia il senso della violenza/però bisogna farne altrettanta/per diventare così coglioni/da non riuscire più a capire/che non ci sono poteri buoni.

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