Milano, 4 apr. (LaPresse) – È racchiuso in una serie di dissidi tra condomini il movente dell’omicidio di Michelangelo Redaelli, ucciso con due fendenti alla gola a 54 anni, il cui cadavere è stato trovato l’antivigilia di Natale nel suo garage di via Parini a Solaro (Milano). I carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Monza, hanno arrestato un vicino di casa della vittima, muratore di 59 anni, a cui viene contestata la premeditazione. L’arrestato, che non ha confessato, è un artigiano nel settore dell’edilizia, già noto alla giustizia. “Il movente – spiega la procuratrice di Monza, Luisa Zanetti – è l’astio, l’incapacità di tollerare le violazioni condominiali”. L’ostilità, sottolineano gli investigatori, era unilaterale. A scatenare la furia omicida del 59enne, secondo l’accusa, anche l’utilizzo dell’acqua condominiale da parte di Redaelli. “Non accettava che la vittima utilizzasse l’acqua condominiale per pulire la macchina e altri usi personali. L’astio era tale che anche due anni prima Redaelli, persona solitaria, era già stato aggredito a pugni in volto dal presunto assassino”, continua Zanetti.
Redaelli non aveva un lavoro fisso: saltuariamente collaborava con un fiorista e viveva dei risparmi ereditati dai genitori. Amava particolarmente la sua automobile nuova, che teneva sempre in perfetto ordine e pulizia.
I due avevano vissuto nello stesso condominio per oltre vent’anni, sin dalla costruzione dell’immobile a cui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbe partecipato anche l’arrestato in qualità di muratore. Il 59enne, separato con figli grandi, abitava stabilmente da solo e da gennaio si era trasferito in una nuova casa a Limbiate. Nel corso della perquisizione nella nuova abitazione sono stati sequestrati sei coltelli, ma l’arma del delitto, a lungo cercata dai carabinieri nei campi di Cesate, non è stata ancora trovata.