Auto rubate e cavalli di ritorno: in carcere tre uomini di Afragola, uno di Carinaro e uno di Caivano

La tesi della Procura di Napoli Nord: telefonavano alle vittime per chiedere denaro in cambio della restituzione delle vetture. L’indagine ha fatto luce sui furti di 10 macchine avvenuti ad Aversa.

Francesco Petriccione e Pasquale Russo
Francesco Petriccione e Pasquale Russo

Non la trovi più. Lì, dove l’avevi parcheggiata, il vuoto. Ti fermi, ripercorri i movimenti, ti assicuri di non esserti sbagliato, che l’avevi lasciata proprio lì. E capisci che te l’hanno rubata. Nel giro di qualche ora, spesso, arriva una chiamata. Chi te l’ha presa è pronto a restituirtela in cambio di soldi. Meccanismo criminale evergreen. Ancora oggi, infatti, va di moda. E cinque persone che, con ruoli diversi, avrebbero partecipato al furto di vetture e al successivo ‘cavallo di ritorno’ ieri sono state arrestate dai carabinieri di Trentola Ducenta.

L’indagine dei militari dell’Arma ha spinto la Procura di Napoli Nord a chiedere misure cautelari. E il giudice Donata Di Sarno le ha disposte. Carcere per Vincenzo De Mare, 35enne di Afragola, Francesco De Rosa, 48enne, e Franco Petriccione, 45enne, tutti di Afragola, Pasquale Russo, 47enne di Carinaro, e Alfonso De Rosa, 42enne di Caivano. Ad innescare l’indagine è stata la denuncia sporta da un cittadino presso la stazione dei carabinieri di Trentola. Dopo che alcuni malviventi gli avevano rubato l’auto, raccontò ai carabinieri di essere stato contattato telefonicamente: gli avevano proposto di consegnare 800 euro per riavere l’automobile.

L’attività investigativa si è sviluppata attraverso le testimonianze delle vittime, le analisi dei tabulati telefonici e le successive intercettazioni. Fondamentali anche l’uso di sistemi di geolocalizzazione e le immagini di videosorveglianza. Tutto ciò ha permesso agli investigatori, dice la Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, di aver raccolto gravi indizi di colpevolezza in ordine a 10 furti di autovetture parcheggiate ad Aversa, tra febbraio e maggio, nonché delle successive condotte illecite che gli indagati avrebbero avuto per provare ad estorcere denaro ai titolari di quelle macchine.

Chi, stando a quanto ricostruito dalla Procura, si occupava fisicamente dei furti erano Vincenzo De Mare e Franco Petriccione. Avrebbero rubato una Fiat Panda in via Garofano, una 500 in via Enrico De Nicola ad Aversa e un’altra Panda in via Zara ad Acerra. Ai due vengono contestati anche i reati di ricettazione e di estorsione (avrebbero chiesto soldi telefonicamente ai proprietari delle vetture rubate per restituirgliele).

A Pasquale Russo e a Francesco De Rosa gli inquirenti normanni contestano i reati di ricettazione: avrebbero fatto da intermediari nei ‘cavalli di ritorno’. Alfonso De Rosa, invece, deve confrontarsi con l’accusa di estorsione. Quest’ultimo, il 21 aprile scorso, avrebbe spillato mille euro al proprietario di una Panda che aveva rubato e avrebbe commesso questo reato mentre era sottoposto ai domiciliari, circostanza che ha spinto la Procura a contestargli pure il reato di evasione.

Petriccione risponde anche di violazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza perché l’avrebbe violata per commettere i reati che gli vengono ascritti. I cinque finiti in carcere sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. L’indagine, ha rimarcato la Procura di Napoli Nord, ha permesso di dare una risposta rapida e decisa ai cittadini dell’area di Aversa e dell’Agro aversano che negli ultimi mesi si erano ritrovati a confrontarsi con una pericolosa ondata di furti di auto.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome