Rosa Cardola: da semplice allenamento in palestra a terza assoluta alla maratona di Paestum

NAPOLI – Rosa Cardola è una donna che incarna passione, determinazione e una straordinaria capacità di conciliare la vita familiare, il lavoro e lo sport, dimostrando che con forza di volontà e amore per ciò che si fa, è possibile raggiungere risultati sorprendenti in ogni ambito della propria vita. Sposa e mamma di due figli, Rosa lavora nel settore del software e dell’informatica, un contesto che richiede precisione e concentrazione. Eppure, è riuscita a trovare il tempo e l’energia per coltivare una nuova passione: il podismo. La sua avventura nel mondo della corsa è iniziata quasi per caso, ma ha presto trasformato quella che era una semplice curiosità in una vera e propria vocazione. Ciò che era iniziato come un semplice hobby, un modo per tenersi in forma e ritagliarsi un momento di svago, è rapidamente diventato qualcosa di più: un viaggio fatto di sfide personali, obiettivi raggiunti e una crescente consapevolezza delle proprie capacità. Dai primi passi incerti sulle strade della sua città, Rosa è passata a gareggiare in maratone e ultramaratone, affrontando distanze che avrebbero scoraggiato molti. La sua storia è un esempio tangibile di come impegno e dedizione possano trasformare una persona comune in un’atleta capace di superare i propri limiti. In ogni competizione, Rosa ha dimostrato di possedere non solo una notevole resistenza fisica, ma anche una mentalità vincente, fondamentale per chiunque voglia emergere in uno sport così impegnativo. Nel corso della sua esperienza, Rosa ha affrontato numerose sfide: dalla gestione del tempo tra lavoro, famiglia e allenamenti, alla preparazione fisica e mentale necessaria per affrontare gare sempre più impegnative. Ogni traguardo raggiunto, ogni medaglia conquistata, rappresenta non solo un successo personale, ma anche la prova tangibile di una passione che è diventata parte integrante della sua vita. In questa intervista, Rosa condivide il suo percorso con sincerità e passione, raccontando non solo i successi ottenuti, ma anche le difficoltà incontrate lungo il cammino. I suoi consigli sono un incoraggiamento per tutte le donne, e non solo, a mettersi in gioco, a sfidare se stesse e a scoprire il piacere di correre. Per Rosa, la corsa è diventata una forma di libertà, un momento di riflessione e di crescita personale, e attraverso le sue parole invita tutti a trovare il proprio equilibrio tra doveri quotidiani e la ricerca del benessere fisico e mentale. Rosa è la dimostrazione vivente che è possibile essere una mamma, una professionista e un’atleta, e che la passione, unita alla determinazione, può condurre a traguardi che, inizialmente, sembrano irraggiungibili. Il suo prossimo grande obiettivo è il “Passatore”, una delle gare più impegnative e simboliche del panorama podistico, un traguardo che Rosa si prepara a raggiungere con la stessa determinazione che l’ha accompagnata fin dal primo chilometro.

Come è iniziata la tua avventura nel podismo?

Tutto è cominciato per caso. Mi allenavo in palestra per tenermi in forma e per svagarmi un po’. Un giorno, due amici mi hanno proposto di provare il podismo. Mi hanno raccontato della loro squadra, la “Torre Annunziata Trecase Run”, e mi hanno detto che cercavano donne da tesserare. Ci ho pensato qualche giorno e poi ho deciso di buttarmi in questa nuova avventura. Ho iniziato ad allenarmi con l’obiettivo di partecipare a una gara di dieci chilometri su strada. E così, dopo soli quindici giorni, ero in griglia a Salerno per la mia prima gara.

E com’è andata questa prima gara?

Ero un po’ nervosa, ma anche entusiasta. Non avevo idea di cosa aspettarmi, ma alla fine ho fermato il cronometro sul traguardo a 52 minuti. È stata una gioia immensa! Quel risultato mi ha dato la carica per continuare e mi ha fatto capire che avevo trovato una nuova passione.

Da quella prima gara, hai ottenuto numerosi successi. Quali sono stati i momenti più significativi del tuo percorso?

Dopo la mia prima gara, ho partecipato alla mia prima Half Marathon a Telese, che ho chiuso in un’ora e 52 minuti. Da lì, ho iniziato ad allenarmi con maggiore costanza: due volte a settimana con un minimo di dodici chilometri, e la domenica dedicavo il mio tempo ai “lunghi”, anche di 40 chilometri. La corsa è diventata il mio modo per liberare la mente, per isolarmi e poi tornare alla mia vita quotidiana con rinnovata energia. Il momento più emozionante, però, è stato quando ho partecipato alla mia prima maratona a Paestum, dove mi sono classificata terza donna assoluta.

Hai partecipato anche a gare di ultramaratona. Come ti sei preparata per sfide così impegnative?

Ho partecipato alla “sei ore di Roma”, una gara durissima ma allo stesso tempo molto gratificante. Ho ottenuto un ottimo risultato cronometrico e mi sono piazzata terza assoluta e prima di categoria. Per prepararmi, ho continuato a seguire un allenamento costante, cercando di mantenere un equilibrio tra il mio lavoro, la famiglia e la corsa. Non seguivo un’alimentazione da atleta fino a poco tempo fa, ma ho deciso di rivolgermi a un nutrizionista per migliorare le mie performance e sentirmi più in forma.

Il tuo prossimo obiettivo è la “Passatore”. Cosa rappresenta per te questa sfida?

La “Passatore” è una gara storica e il prossimo anno si terrà la 50esima edizione. Voglio essere lì, a Firenze, per lo start e arrivare a Faenza. È una sfida che rappresenta un nuovo traguardo nel mio percorso da podista, un obiettivo ambizioso che voglio raggiungere con tutta me stessa.

Hai un messaggio per le donne che vorrebbero iniziare a correre ma non trovano la motivazione?

Alle donne dico che la corsa è libertà, spensieratezza e voglia di vivere momenti di solidarietà. Non importa il tempo di gara, ciò che conta è divertirsi e sentirsi bene. Vi sprono a indossare le scarpette e a fare sport. Si può iniziare piano, senza fretta, e trovare il proprio ritmo. La corsa mi ha dato tanto, e credo che possa fare lo stesso per molte altre donne. Io mi alleno nella pausa pranzo per non sottrarre tempo alla famiglia e al lavoro, e vi assicuro che è possibile conciliare tutto con un po’ di organizzazione.

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