“LA FEDE CALCISTICA”
La sovraesposizione del calcio nei mass media ha avuto diversi effetti sulla società civile negli ultimi 20 anni. Questo sport, affiancò prima e superò poi il ciclismo come sport più seguito in Italia intorno agli anni ’60.
Fino a quel momento, il ciclismo era lo sport dominante, con grandi campioni come Fausto Coppi e Gino Bartali che catturavano l’immaginazione del pubblico. Tuttavia, con l’industrializzazione e la crescita economica del paese, il calcio ha iniziato a guadagnare sempre più popolarità, diventando lo sport di riferimento per gli italiani.
DAL BAR ALLA CHAT
Nel corso del tempo, il racconto del calcio, si è trasferito nell’ ambito dei mass media, dalle cronache del giorno dopo, che venivano commentate dagli appassionati al bar, all’ ascolto degli avvenimenti in diretta, attraverso le onde medie, sino ad arrivare alle prime partite del campionato di serie A, trasmesse in diretta da Tele+ a partire dal lontano 1993.
Era un’ Italia profondamente diversa, un mondo più lento, e dai modi più gentili. La digitalizzazione, nella comunicazione quotidiana, ha impoverito il linguaggio, rendendolo sempre più semplice e povero sia nei termini che nei modi.
IL CYBERBULLISMO
Negli ultimi decenni, la comunicazione e il linguaggio utilizzato dagli italiani hanno subito notevoli cambiamenti, influenzati da vari fattori sociali, culturali e tecnologici.
L’uso dei social media e delle chat ha portato a un impoverimento del linguaggio, con un aumento delle abbreviazioni, degli acronimi e dello slang, riducendo la complessità e la ricchezza del vocabolario.
L’anonimato offerto dai social media ha contribuito a comportamenti più aggressivi e volgari, poiché le persone si sentono meno responsabili delle loro azioni. La polarizzazione delle opinioni e il fenomeno del cyberbullismo sono aumentati, portando a una comunicazione più violenta e divisiva.
VIOLENZA VERBALE COME FENOMENO DI MASSA
Storicamente, l’uso di un linguaggio povero e aggressivo è spesso legato a situazioni di ignoranza e frustrazione sociale, oggi il fenomeno abbraccia e coinvolge anche chi è in possesso di un livello di conoscenza medio, coinvolgendo spesso persone insospettabili, in derive lessicali e ideologiche inaspettate.
L’uso della messaggistica di gruppo può portare a derive violente, soprattutto quando argomenti come il calcio vengono trattati con la stessa passione e fervore di una religione, può alimentare comportamenti aggressivi e volgari, in quanto le persone si sentono meno vincolate dalle norme sociali.
“LA FEDE CALCISTICA”
La religione è un insieme di credenze, pratiche e valori che riguardano il sacro, il divino o l’ultraterreno, mentre l’idolatria è la pratica di adorare idoli o immagini come rappresentazioni di divinità.
Il calcio, con la sua enorme popolarità e il fervore dei tifosi, ha innescato una confusione tra religione e idolatria, portando molti tifosi a trattare questo gioco con la stessa passione e devozione di una religione, creando un senso di “fede calcistica”.
Questo fenomeno può portare a comportamenti violenti o irrispettosi, i tifosi si sentono giustificati a difendere la loro squadra con fervore religioso, portandoli a utilizzare quasi inconsapevolmente, espressioni di astio e violenza verbale ingiustificabili.
LA MESSAGGISTICA ISTANTANEA: TRA IMPETO E MALEDUCAZIONE
La polarizzazione delle opinioni e la creazione di bolle di filtraggio nei gruppi di messaggistica possono ulteriormente intensificare i conflitti, trasformando discussioni su temi sportivi in vere e proprie battaglie ideologiche.
La comunicazione su questo argomento, ha assunto toni via via sempre più faziosi, gli appassionati si sono trasformati, e oramai da tempo vengono definiti tifosi.
IL TIFOSO: ETIMOLOGIA E DERIVA
Il termine tifoso deriva dall’italiano “tifo”, che a sua volta proviene dal greco “typhos”, che significa “fumo” o “febbre”. Originariamente, il termine “tifo” era usato per descrivere una malattia febbrile, ma nel contesto sportivo, è stato adottato per descrivere l’entusiasmo e la passione febbrile dei sostenitori di una squadra.
Essere tifoso di una squadra di calcio spesso rappresenta un forte senso di identità e appartenenza. I tifosi si identificano con i colori, i simboli e i valori della loro squadra, creando un legame emotivo e sociale con altri sostenitori. In alcuni casi, la passione dei tifosi può degenerare in violenza e comportamenti antisociali.
MIO NONNO VINCENZO
Ricordo ancora con tenerezza mio nonno Vincenzo, un grande appassionato di ciclismo, una persona tenera e gentile, nata alla fine dell’ 800’, quando la domenica mattina, sfruttando un tenue raggio di sole, leggeva a fatica e lentamente la sua copia della Gazzetta dello Sport.
A me, e ai miei cugini, parlava di Moser, di Saronni, e una volta ci raccontò di quando Bartali e Coppi si scambiarono una borraccia di acqua.
Un’ altra Italia, un altro mondo più povero di mezzi, una nazione, che aveva ancora memoria delle tragedie della guerra.
Persone che si accontentavano di poco, e vivevano forse più serenamente, e con più educazione.