La Francia domina il mercato del lusso, nella top ten c’è anche Luxottica

nella foto il presidente di Luxottica Leonardo Del Vecchio

di Lorenzo Allegrini

Milano, 21 mag. (LaPresse) – La Francia domina il mercato del lusso globale. Ai cugini di Lvmh, infatti, va il primo posto con un fatturato di 23,447 miliardi di dollari. Transalpini sono anche altri due gruppi nella top ten, ovvero Kering, al quinto posto con 9,36 miliardi di dollari di vendite, e L’Oréal Luxe, subito dietro con 8,47 miliardi. Tra i dieci campioni del lusso c’è un solo italiano, Luxottica, al quarto posto con un fatturato di 10,5 miliardi. Ma il Belpaese si difende, con 24 aziende nella Top 100, primo del settore a livello di presenza. L’Italia guida anche la classifica delle 20 aziende a più elevato tasso di crescita con 6 società su 20, tra cui spiccano Valentino e Furla.

I dati emergono dalla quinta edizione del Global Powers of Luxury Goods di Deloitte, su dati del 2016. Secondo l’analisi le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite aggregate per 217 miliardi di dollari, con una media di 2,2 miliardi di dollari per società. A tassi di cambio costanti, il tasso di crescita per i primi ha rallentato all’1% nel 2016, 5,8 punti percentuali in meno rispetto al 6,8% della crescita ottenuta da queste società nell’anno precedente. “Il mercato del lusso è reduce da un periodo di incertezza economica, caratterizzato dalle crisi geopolitiche del 2016: nonostante ciò, è stato raggiunto un fatturato annuo di 1 trilione di dollari alla fine del 2017”, ha affermato Patrizia Arienti, capo per il settore Fashion & Luxury di Deloitte in Europa e Medio Oriente.

A completare il podio della top ten ci sono la statunitense The Estée Lauder Companies (11,82 miliardi di fatturato) e la svizzera Compagnie Financière Richemont (11,67 miliardi). Le vendite aggregate delle multinazionali del lusso che occupano le prime dieci posizioni della classifica stilata da Deloitte rappresentano quasi la metà del totale (47,2%). Tra le prime 20 aziende in forte crescita figurano anche Moncler, Finos, Dolce & Gabbana e Brunello Cucinelli.

Per le italiane però non è tutto oro quello che luccica. I dati medi evidenziano anche delle caratteristiche strutturali non sempre favorevoli, almeno a livello di scenario. Infatti, in termini di fatturato, il perimetro medio delle aziende italiane è pari a 1,4 miliardi di dollari. Per le concorrenti francesi, invece, il dato medio di riferimento, sempre in termini di fatturato, è di 5,8 miliardi. Negli Usa, questo valore è più basso (3,4 miliardi dollari) ma risulta comunque più che doppio rispetto alle realtà italiane. E lo stesso vale nel raffronto con i gruppi svizzeri (anche in questo caso il dato medio sui ricavi si attesta poco sopra i 3 miliardi dollari). In termini di volume medio, tuttavia, i gruppi italiani hanno valori superiori a quelli di Spagna (il doppio), Germania e Regno Unito, inserendo nel proprio mirino le multinazionali con sede in Cina.

“Il fatto che, nella Top100, un’azienda su cinque sia italiana dimostra come il Made in Italy sia ancora un fattore competitivo di successo a livello globale: in futuro, la maggiore sfida che le aziende del lusso del nostro Paese saranno chiamate ad affrontare sarà essere in grado di coniugare tradizione ed esclusività del prodotto con strategie e modelli di business innovativi, finalizzati a rispondere alle mutate esigenze del consumatore”, conclude Arienti.

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