Roma, 23 mag. (LaPresse) – “Sono trascorsi ventisei anni dalla strage mafiosa di Capaci, che spezzò la vita di Giovanni Falcone, della moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e di tre uomini della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
La memoria del loro impegno e il loro sacrificio sono divenuti parte della coscienza civile e democratica del Paese, e costituiscono un riferimento prezioso per la comunità nazionale”.
Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Falcone ci ha dimostrato che la civiltà, la legalità, la Costituzione, possono prevalere su chi le minaccia e vuole destabilizzarle.
Il ricordo di Falcone è indissolubilmente legato a quello di Paolo Borsellino, ucciso con analoga brutalità a due mesi di distanza, insieme ad altri servitori dello stato, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina”, dichiara ancora Mattarella in una nota. “Falcone e Borsellino ebbero l’intelligenza e il coraggio di colpire l’organizzazione mafiosa come prima non si era fatto.
Il maxi processo, da loro istruito, mostrò la mafia come fenomeno unitario, dotato di gerarchia interna, di tentacoli, complicità e collusioni, e consentì in tribunale condanne importanti. Dal lavoro di Falcone e Borsellino scaturirono anche metodi di indagine più moderni, oltre che proposte organizzative e legislative che hanno consentito azioni di contrasto più efficaci”, argomenta.