Disastro Genova, cuori vuoti e portafogli pieni: la faccia di bronzo dei Benetton e il silenzio dei ‘giornali amici’

Disastro di Genova, assordante silenzio dei quotidiani nazionali sul gruppo che controlla società Autostrade, la holding Benetton

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte Foto Marco Alpozzi - LaPresse
Foto Marco Alpozzi/LaPresse 16 agosto 2018 Genova, Italia Cronaca Genova, crollo Ponte Morandi: Giuseppe Conte e Luigi di Maio dopo la riunione del Ccs Nella foto: Giuseppe Conte e Luigi di Maio Photo Marco Alpozzi/LaPresse August 16th, 2018 Genoa, Italy News Bridge collapses on Genoa highway
ROMA – Ora vogliono pure i soldi. Il gruppo Benetton, che controlla Società Autostrade, minaccia di chiedere il conto al governo (e quindi agli italiani), se Conte e Di Maio dovessero mai dare seguito alla revoca delle concessioni.
I Benetton sono i principali attori coinvolti nella ricerca dei responsabili di questa tragedia che ha causato 39 vittime, ma nonostante questo fanno la voce grossa, chiedono anche un risarcimento. Invece di togliersi il cappello e darsi frustate sulla schiena per il dolore che stanno vivendo decine e decine di famiglie, impugnano la pistola e la puntano alla testa dello Stato: “se ci togliete le concessioni dovete comunque pagarci il dovuto fino alla scadenza naturale del contratto, al netto delle eventuali penali”. Il bello è che anche loro mettono in conto il fatto di avere almeno una parte di responsabilità in quanto è successo, ma non mettono in conto nemmeno un minimo di dignità.
Il disastro di Genova e il cinismo del gruppo Benetton

E l’assurdo non è tanto il cinismo che traspare da un gruppo, i Benetton, che controlla mezza Italia (in tutti i settori, dalle infrastrutture all’editoria), quanto il silenzio dei cosiddetti ‘giornaloni’: nessuno di questi giornalisti punta il dito verso chi è il massimo responsabile della rete autostradale italiana, anzi, le principali testate cercano di spostare l’attenzione su altri aspetti della tragedia, su retroscena secondari e senza mai nemmeno citare i Benetton.

Di Maio: ecco le testate in cui ha quote il gruppo Benetton
Per Di Maio e company la ragione di questa ‘disinformazione pilotata’ è chiara, e il vicepremier fornisce numeri e percentuali delle partecipazioni che la holding, nel tempo, ha acquisito praticamente in tutti i maggiori quotidiani nazionali. “La società Autostrade per l’Italia – ha detto Di Maio – è sicuramente responsabile per non aver fatto manutenzione, ma i partiti e i giornali che da decenni gli fanno da palo sono altrettanto colpevoli. Come è possibile che nessun governo abbia mai messo in discussione la concessione delle autostrade alla famiglia Benetton? Come è possibile che nessun giornale abbia mai fatto un’inchiesta sulla loro società, per esempio sul fatto che i contratti di Autostrade sono secretati? Forse perché la loro holding di famiglia ha quote di alcuni dei principali gruppi editoriali italiani? Edizione srl controllata dai Benetton detiene il 5,1% di Rcs MediaGroup (Corriere della Sera), il 2,24% di Caltagirone Editore (il Messaggero, il Gazzettino, il Mattino, Leggo) e il 2% di Il Sole 24 Ore SpA”.
La piaga dell’informazione: gli editori impuri
Di Maio, in pratica, se la prende con quegli editori di quotidiani nazionali che non sono editori puri, ma portatori di interessi di parte, “fanno parte della stessa cricca di prenditori e politicanti che fanno il bello e il cattivo tempo in Italia da anni, fregandosene dei bisogni dei cittadini e pensando solo ai loro interessi privati, nonostante abbiano ricoperto ruoli di governo o di amministratori di società pubbliche o partecipate”. Non stupisce quindi, che poco dopo l’annuncio del governo di voler rivedere le concessioni di Autostrade, si sia fatta sentire la voce ‘politica’ di chi è stato al governo prima del ‘cambiamento’: l’ex premier Paolo Gentiloni, che ha in pratica definito ‘terroristici’ gli annunci di Di Maio e Conte (“è inaudito che il governo alimenti minacce”). Ma il governo giallo-verde è determinato: “Stiamo scoperchiando tanti vasi di Pandora – dice Di Maio -. Quello delle concessioni autostradali è il primo di una lunga serie”.
Anche Salvini sulla stessa linea: chiedessero scusa
Anche l’altro vicepremier, Matteo Salvini, è sulla stessa linea: “Atlantia (Autostrade) riesce ancora, con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, a parlare di soldi e di affari, chiedendo altri milioni agli Italiani in caso di revoca della concessione da parte del Governo dopo la strage di Genova. Dall’alto dei loro portafogli pieni (e dei loro cuori vuoti) chiedessero scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro, che devono pagare. Il resto non ci interessa”.
La missione di Cronache e il silenzio di Roberto Saviano sui potenti
Nel frattempo noi continueremo a segnalare la scorrettezza dei ‘grandi editori’, che costringono  i propri giornalisti a non dire una parola quando in ballo ci sono interessi di parte. Noi di Cronache abbiamo la fortuna di non dover dire grazie a nessuno di questi signori dal grosso portafoglio. Voi lettori avete la fortuna di poter scegliere un quotidiano che si può permettere il lusso di scrivere la verità. Anche con buona pace dei ‘pensatori’ di sinistra, pronti a pontificare su tutto e a sparare a zero su qualsiasi proposta di chi è fuori dal ‘cerchio magico’: una sinistra che ha eletto a suo portavoce ufficiale lo scrittore Roberto Saviano, che da mesi non fa altro che attaccare Salvini (su tutto) e che sul ponte crollato di Genova si è limitato a postare una poesia (di un altro autore, naturalmente): nemmeno una virgola sui gruppi di potere che controllano Società Autostrade e mezza Italia e sul silenzio della stampa. Complimenti per la coerenza.

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