L’idea della Boldrini: “Contro i sovranisti lista unitaria senza simboli”

L'ex presidente del Senato apre all'idea di aprire le porte a nuove figure

Foto Lo Debole/ Bianchi / LaPresse in foto Laura Boldrini

Roma (LaPresse) – “Orban è portatore di una visione illiberale e anti-italiana. La lunga storia democratica dell’Italia non consente di avere un interlocutore così”. Così la ex presidente della Camera, Laura Boldrini in un’intervista all’Avvenire. “Mi pare – dice Boldrini che oggi sarà a piazza San Babila, a Milano, al presidio di protesta per l’incontro che il ministro dell’Interno ha in programma con il leader ungherese – che per Salvini ora lo slogan sia diventato ‘prima gli ungheresi'”.

L’ex presidente per le prossime europee, propone “una lista unica di centrosinistra, senza simboli di partito, contro i sovranisti”. Parlando degli sviluppi del caso Diciotti, la Boldrini parla di un’Italia “sempre più isolata, anche se si cerca di raccontare un’altra storia. Nessun Paese europeo si è fatto avanti, se non l’Irlanda, come omaggio al Pontefice che era in visita ufficiale. Salvini è rimasto completamente solo, non gli dà retta più nessuno. Nemmeno i suoi amici del patto di Visegrad”.

L’ex presidente del Senato apre all’idea di aprire le porte a nuove figure

“Il ‘patriota’ Salvini è amico di chi crea problemi all’Italia. Non dimentichiamo che Orban è destinatario di più procedure di infrazione per l’immigrazione. Parliamo di un leader che ha introdotto il reato di solidarietà per chi aiuta i migranti, ma anche di un premier che sta comprimendo i diritti dei suoi stessi cittadini”.

In questa contingenza “Le forze del centrosinistra debbono cogliere l’eccezionalità del momento con un’iniziativa politica inedita. Servono candidature nuove, espressione dell’associazionismo laico e cattolico, dei sindaci, dell’ambientalismo. Serve un simbolo unico nuovo, e ritrovarsi su 5 temi. Il primo: no alla politica di austerità, al Fiscal compact nei Trattati e sì a una nuova politica economica che punti alla crescita e all’occupazione e al sociale fino a un contributo europeo di disoccupazione. Per fare questo serve una seria riforma fiscale seria. Poi: riforma di Dublino e del sistema di asilo. Tutela dei diritti umani e civili, messi a dura prova in Europa. E mantenere gli impegni Cop21 sull’ambiente”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome