Pd, Renzi rivela: “Un pezzo di partito non ha mai digerito le vittorie”

Secondo l'ex Premier la Legislatura sarà lunga ed il Parlamento eleggerà il prossimo capo dello Stato

Foto LaPresse - Spada 27 settembre 2016 Verona (Vr) - Italia Politica Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro per lo Sviluppo Economico presentano il " Piano Nazionale Industria 4.0 " Nella foto: Matteo Renzi e Carlo Calenda Photo LaPresse - Spada September 27, 2016 Verona - Italy Politic Italian Prime Minister Matteo Renzi presents the " National industry plan 4.0 " In the pic: Matteo Renzi and Carlo Calenda

Milano (LaPresse) – “Dopo la sconfitta sul referendum io mi sono dimesso, ma quel referendum era stato appoggiato da una intera classe dirigente del mio partito. Io mi sono assunto le responsabilità e ho pagato. Gli altri sono rimasti tutti dove erano. Ora però ho il dovere di pensare al futuro. Di capire che un pezzo di partito non ha mai digerito le vittorie. Fare finta di nulla e intestardirsi sarebbe solo inspiegabile. In bocca a lupo allora a chi viene dopo di me, io continuo a fare politica nel Pd. Ma in altre forme”. Così l’ex segretario dem Matteo Renzi in un’intervista ad Avvenire.

Secondo l’ex Premier la Legislatura sarà lunga ed il Parlamento eleggerà il prossimo capo dello Stato
“Sono totalmente fuori dalle discussioni interne al Pd e il mio ciclo alla guida del partito è chiuso. Ho vinto due volte le primarie con il settanta per cento dei voti e per due volte, il giorno dopo, sono stato bersaglio del fuoco amico. C’é una parte importante del gruppo dirigente a cui non ha dato noia il fatto che io abbia perso il referendum, ma che abbia vinto le elezioni europee. Sa cosa penso: se ci fosse stata più coesione le cose non sarebbero andate così, ma qualcuno tra i miei ha preferito fare la guerra al Matteo sbagliato”.

“Io non mi faccio illusioni: troveranno un altro modo per andare avanti. La legislatura sarà lunga e questo Parlamento eleggerà il prossimo capo dello Stato”. Così l’ex segretario dem Matteo Renzi, sull’ipotesi di una crisi di governo nella seconda metà del 2019.

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