A Caserta la Caporetto dei negozianti

Caserta. In migliaia costretti ad abbassare la saracinesca. Manifestazione di protesta degli esercenti allo stremo davanti alla Prefettura. Bulli&Pupe getta la spugna: “Troppe perdite, il lockdown ci ha ammazzati”

CASERTA – Saracinesche che si abbassano per non alzarsi mai più mentre gli scaffali, svuotati della merce, vengono abbandonati: in tutta la città i negozi chiudono in un’inarrestabile spirale discendente del commercio nel capoluogo.
Caserta si veste a lutto mentre perde pezzi di storia antica e moderna. Il motore del commercio, cuore di ogni città, perde ingranaggi ogni giorno. Fa male vedere, camminando per le strade del capoluogo, le serrande abbassate per non riaprire il giorno dopo, chiuse per sempre alla vita della città.

Come in via Ricciardi dove a chiudere è lo storico negozio di giocattoli Bulli & Pupe. “L’ultimo anno non è stato affatto bello per la nostra attività – sono le parole della titolare Rosa D’Amico – Tra chiusure e disagi il fatturato era già calato di molto. Purtroppo le coincidenze ci hanno portato a chiudere in questo periodo. Siamo tristi, ci dispiace moltissimo dover lasciare un’attività che è andata avanti per 45 anni, un pezzo di vita del capoluogo. Abbiamo visto crescere intere generazioni di bambini, cercando sempre di trovare un equilibrio nella scelta dei prodotti, da quelli più commerciali a quelli più di nicchia. Oggi dobbiamo chiudere e vogliamo ringraziare la città di Caserta per il sostegno che in tutti questi anni ha dato alla nostra attività”.

Un anno a dir poco disastroso il 2020. Decine di migliaia le imprese che hanno chiuso i battenti per non riaprire mai più. Secondo l’Istat in tutta Italia 73mila esercizi hanno dovuto cessare anticipatamente l’attività e 17mila non riapriranno. Un dato che incide in maniera preoccupante per l’occupazione. A rischio si trova infatti il 4% di tutti i lavoratori del Belpaese. In tutta la nazione il fatturato è calato in media di oltre il 30%, con perdite che raggiungono centinaia di milioni di euro. Secondo le associazioni di categoria 240mila le aziende che hanno chiuso i battenti a causa del Covid-19. Beni alimentari, settore manifatturiero e dei servizi: interi comparti si trovano sull’orlo del collasso. Bar e ristoranti però, così come le palestre, si trovano particolarmente in difficoltà. Un vero e proprio tsunami economico che non ha risparmiato il capoluogo di Terra di Lavoro. Mentre la pandemia continua a impazzare e ancora si cerca di riattivare il commercio tra chiusure, divieti e limitazioni, anche le attività ristorative subiscono i duri colpi.

In via Gasparri a chiudere i battenti è ‘La Cueva de la Perdicion di Antonino Gerace. Anche qui l’attività è stata sospesa. Un periodo, quello della pandemia, che ha portato alla luce tutte le carenza di un sistema economico incapace di supportare e sostenere i commercianti nel momento del bisogno. Dopo aver sostenuto spese ingenti per mettere le attività in sicurezza, dopo aver dato tutti se stessi per portare avanti la propria attività gli esercenti, che per hanno soddisfatto le esigenze e i bisogni della città, devono fermarsi. Le saracinesche, per alcuni, resteranno abbassate per sempre.

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