Addio carbonella per la grigliata ‘eco’

LaPresse-Kathy Willens
LaPresse-Kathy Willens

NAPOLI – Festa della Liberazione a contatto con la natura. Oltre un italiano su tre (il 35%) ha scelto di fare una passeggiata, picnic o una gita fuori porta in giornata al mare, in montagna, in campagna, nonostante il clima incerto in alcune zone del centro nord. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè per la festa del 25 aprile che evidenzia la voglia dei cittadini di stare all’aria aperta, anche per lasciarsi alla spalle per qualche ora le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina. Non a caso proprio le gite fuori porta  risultano le più gettonate tra quanti hanno scelto di uscire di casa per la ricorrenza, davanti alle visite a parenti e amici, alle mostre e ad altre iniziative. Ma ci sono anche oltre 9 milioni di fortunati che hanno scelto di trascorrere il ponte della festa della Liberazione in vacanza, di cui oltre il 90% in Italia. Dopo le limitazioni legate alla pandemia, si torna a fare la tradizionale scampagnata e immancabile per il pranzo nella natura è il barbecue. Ma che impatto ha questo tipo di cucina sul nostro pianeta?

Inquinamento

Secondo uno studio condotto dall’università di Manchester, e presentato nel 2019 alla Royal Society Summer Science Exhibition, una grigliata per quattro persone è inquinante quanto uno spostamento in macchina di ottanta miglia (circa 130 chilometri). E non è l’unico studio che testimonia i danni del barbecue. Nei primi anni duemila il Natural Resources Defense Council ha analizzato che il consumo inferiore del 19% di manzo ha contribuito a diminuire notevolmente le emissioni di gas serra che altrimenti sarebbero state pari a quelle prodotte da 39 milioni di automobili. I contaminanti più dannosi deriverebbero da legna e carbonella utilizzati per mantenere il fuoco vivo, ma anche dalle sostanze liberate dai cibi a diretto contatto con braci ardenti e fiamme.

Norme ad hoc

I dati sull’inquinamento hanno indotto i partiti ambientalisti di tutto il mondo a pensare di regolamentare le emissioni da grigliate. Lo scorso anno in Gran Bretagna il consiglio comunale di Brighton & Hove, guidato dai Verdi, ha proposto una serie di limitazioni come  vietare le grigliate sulla spiaggia, nei parchi e negli spazi aperti. Si tratta di un divieto inserito in un piano più ampio che ha l’obiettivo di rendere la località a emissioni zero entro il 2030.

In Italia

Se non ci sono ordinanze comunali specifiche o regolamenti condominiali la grigliata è possibile, ma bisogna seguire alcune regole. Nello specifico si applica l’articolo 844 del Codice Civile, che recita: “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino , se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”. Definire la tollerabilità è complicato, in generale bisogna evitare di causare troppi fumi, e fare attenzione nelle giornate ventose in quanto si potrebbero infastidire i vicini.

Via la carbonella

L’ambiente è fondamentale, tutelarlo è il nostro compito primario. Non è obbligatorio  rinunciare alla grigliata, ma possiamo renderla più green, riducendo l’impatto che ha sull’ambiente. Ad esempio i barbecue a propano, a gas ed elettrici sono molto più ecologici di quelli tradizionali in carbone o legna perché hanno una emissione minore nell’atmosfera di polveri sottili. Un altro aspetto da considerare riguarda gli alimenti che scegliamo di cuocere sulla griglia. Un barbecue a basso impatto ecologico va realizzato scegliendo con cura il cibo, concentrandosi sulla qualità più che sulla quantità. E’ indispensabile evitare inutili sprechi di cibo che danneggiano le tasche e anche l’ambiente. Per scongiurare danni alla salute, bisogna evitare di carbonizzare gli alimenti facendoli cuocere troppo a lungo e più del necessario. Secondo gli esperti per una cottura a regola d’arte la temperatura della brace deve sempre essere inversamente proporzionale alla grandezza degli alimenti.

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