Addio Fi, Patriciello con Renzi. E i prossimi saranno i Cesaro

Rosato di Italia viva a cena a casa dell’europarlamentare

Aldo PATRICIELLO in the European Parliament in Strasbourg

CASERTA – Che la politica si faccia a tavola è risaputo, e non perché – dice la vulgata – è “tutto un magna magna”. Attovagliati nella villa di Pozzilli l’altra sera c’erano, nelle vesti del padrone di casa, l’europarlamentare eletto con Forza Italia Aldo Patriciello e il deputato di Italia Viva Ettore Rosato, ospite d’onore. Insieme ad altri compagni di partito, coordinatore di Iv Molise in testa.

“Chiedete a Patriciello se passa con Iv, noi lavoriamo per allargare il consenso del nostro partito”, si è affrettato a chiarire Rosato. Ci creda chi lo ritiene, non certo i lettori di Cronache, che sanno da almeno un anno quali siano le intenzioni del politico molisano. Con la tessera di Forza Italia, quella che lo tiene a Bruxelles da tre legislature, in tasca ed entrambi i piedi più a sinistra: con Matteo Renzi a Roma e Vincenzo De Luca a Napoli. Ci provò anche un anno fa, l’onorevole Patriciello, a smentire le sue interlocuzioni spurie: nell’occasione (come si evince dalla foto) raccontavamo del suo sostegno al passaggio e alla candidatura di Flora Beneduce, fino a un momento prima berlusconiana come lui, nelle liste di De Luca alla Regione. “E’ un’amica – disse – e io gli amici non li abbandono mai”. E già in quell’occasione si parlò di contatti con i renziani, perché è nel progetto di Italia Viva che sono confluiti gli azzurri delusi (o rimasti tagliati fuori per qualche ragione). Mara Carfagna, per prima, nell’estate della ribellione al partito che l’ha resa due volte ministro, si diceva fosse in trattativa con l’ex presidente del Consiglio (come confermato da un’intercettazione di Luca Lotti); Vincenzo Carbone, senatore di area cesariana, ha lasciato Fi per approdare in Iv; Pietro Smarrazzo, coordinatore dei giovani di Forza Italia e amico fraterno di Armando Cesaro, tagliato fuori dalle liste da Stefano Caldoro su diktat della Lega, si candidò a Caserta coi renziani alle scorse regionali.

Insomma, se è vero come è vero che neanche troppo tempo fa Berlusconi e Renzi ci provarono apertamente a fondare il Partito della Nazione, in Campania di fatto il progetto si è concretizzato. Con o senza smentite. In attesa dell’annuncio ufficiale di Patriciello, che non è detto che arriverà (più probabile la solita arrampicata sugli specchi in politichese), possiamo pronosticare che i prossimi a lasciare Berlusconi (se non l’hanno già fatto) saranno Luigi e Armando Cesaro. Il comune denominatore è sempre lo stesso: l’insofferenza a stare in un partito che non è più in grado di garantire rendite a tutti (epica l’uscita di qualche settimana fa proprio di Patriciello che criticava la nomina di Cosimo Sibilia coordinatore azzurro di Avellino: il giorno dopo il deputato ha aderito al movimento di Brugnaro). Non che un partito con i consensi che ha Italia Viva possa farlo: a conti fatti saranno mazzate per ottenere un seggio. Ma quando alternative non ce ne sono tutto fa brodo. Per tornare alla politica che si fa a tavola.

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