‘Affare accoglienza’, la procura: Mimmo Lucano promotore di un’associazione criminale. Conclusa l’indagine

L'atto di conclusione dell'attività investigativa è stato notificato ieri al sindaco di Riace

Foto Adriana Sapone / LaPresse in foto Mimmo Lucano

RIACE – Le persone da interrogare, gli atti da acquisire, i riscontri  e  gli approfondimenti: tutto fatto. La procura di Locri ha dichiarato chiusa l’indagine a carico di Mimmo Lucano.  Il pm Michele Permunian ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminare al sindaco di Riace e ad altre 30 persone coinvolte nell’inchiesta ‘Xenia’.

L’indagine

La procura a Lucano contesta la partecipazione ad un’associazione a delinquere finalizzata a gestire, secondo gli inquirenti, in modo illecito i fondi destinati all’accoglienza dei migranti, arrecando danni allo Stato.

Sarebbe stato il promotore (clicca qui per leggere nel dettaglio) di un gruppo organizzato teso a realizzare, come ha scritto Il Fatto Quotidiano, “un numero indeterminato di delitti, così orientando l’esercizio della funzione pubblica del ministero dell’Interno e della prefettura, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito dell’amministrazione” di cui è sindaco.

La misura cautelare

Il gip lo scorso ottobre, però,  nell’ordinanza cautelare che coinvolse Lucano non prese in considerazione l’ipotesi associativa. All’amministratore di Riace applicò i domiciliari in relazione ad altri due reati minori (rispetto al 416 del codice penale).

Il tribunale della Libertà annullò quel provvedimento restrittivo sostituendolo con il divieto di dimora a Riace.

 

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