Aiutare il pianeta mangiando il gelato

© lapresse - Carlo Cozzoli
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NAPOLI – Le temperature si alzano, il caldo è insopportabile e perdiamo anche la fame. In queste afose giornate di agosto la merenda ideale è il gelato, che è in grado di soddisfare tutti i palati con un’infinita varietà di gusti e, al contempo, allevia le sofferenze dettate dalle temperature africane. Il gelato è diffuso in tutto il mondo, piace a grandi e piccini, ma che impatto ha sul nostro pianeta?

IMPATTO AMBIENTALE

La produzione del gelato richiede l’impiego di molta energia elettrica, sia nella fase di produzione che in quella di vendita e conservazione. Servono i freezer in ogni passaggio per conservare la crema al meglio e fare in modo che non si sciolga. I gelati industriali vengono prodotti con l’introduzione di aria. Poiché vengono distribuiti anche in zone lontane dal luogo di produzione necessitano del supporto di una efficace catena del freddo. A questa impronta ecologica va aggiunta poi quella delle materie prime usate per la preparazione: dal cioccolato al latte, dalla frutta tropicale allo zucchero: si tratta di risorse alimentari che incidono molto sulla salute della terra. 

UN PASSO AVANTI

Stando al Rapporto di Sostenibilità 2020, estratto dal Report di Sostenibilità di Unione Italiana Food e presentato da Igi (Istituto gelato italiano), i maggiori produttori di gelato confezionato sono sempre più consapevoli del proprio impatto ambientale e cercano soluzioni per ridurlo. Si assiste così a buone pratiche che riguardano l’utilizzo di energia e di acqua, le emissioni di CO2 e la gestione dei rifiuti prodotti, ponendosi obiettivi sempre più ambiziosi. I dati si riferiscono al periodo 2014-2019. Gli indicatori ambientali considerati sono energia, rifiuti industriali prodotti e l’impatto della CO2, calcolato a partire dai consumi di energia elettrica e termica. Nel dettaglio tra il 2013 e il 2019 sono stati risparmiati all’ambiente 10.112.433 chilogrammi di anidride carbonica e sono stati recuperati e avviati al riciclo o alla valorizzazione energetica 7.103.742 chilogrammi di rifiuti.

IL PROGETTO ICEGREEN

I refrigeranti a base di idrofluorocarburi (HFC) sono utilizzati in un’ampia varietà di apparecchiature di refrigerazione, sia domestiche che industriali, per la produzione o la conservazione degli alimenti. Essi hanno tuttavia un elevato fattore di Global Warming Potential (GWP). Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno decretato che, a partire dal 2022, gli HFC dovessero essere progressivamente sostituiti da gas con GWP inferiore a 150 unità. Un’interessante sfida è quella del progetto Life Icegreen, co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma Life 2014-2020. L’obiettivo è industrializzare una nuova generazione di macchine per gelato funzionanti a propano (R290), gas avente un GWP pari a 3, che rappresenta la migliore alternativa disponibile per piccoli sistemi ermetici. Il progetto, portato avanti da Nemox International, azienda leader nella produzione di macchine da gelato per uso domestico, si è concluso nel 2021 e ha con successo anticipato e soddisfatto la normativa “F-gas”, introducendo sul mercato macchine ecologiche e innovative e promuovendo azioni efficaci di salvaguardia del clima nell’interesse dei produttori e dei consumatori.

SCELTE ECOLOGICHE

Nell’ottica di ridurre la quantità di rifiuti in plastica è preferibile scegliere gelati artigianali, e non quelli confezionati, le cui monoporzioni sono contenute in involucri in plastica, seppur riciclabile. Tra il cono e la coppetta puntiamo sul primo. La ragione è molto semplice: il gelato nel cono produce rifiuti zero perché l’involucro in cialda ed è quindi commestibile. Al contrario la coppetta va smaltita, proprio come il cucchiaino, indispensabile per mangiare la golosa crema fredda. Anche nella scelta dei gusti è preferibile pensare all’ambiente, magari puntando ad ingredienti semplici come frutta di stagione, nocciole e cioccolato. No ai preparati sintetici e a sciroppi della grande distribuzione, che sono calorici ed hanno un impatto negativo anche sulla nostra forma fisica.

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