Allevamenti intensivi, allarme emissioni

Il consiglio del Wwf: mangiare poca carne, certificata e biologica. Generano più del 14% dei gas serra del pianeta con ripercussioni negative su clima, inquinamento, agricoltura e pascoli

NAPOLI (Beatrice Spiga) – Gli allevamenti intensivi minacciano il benessere del nostro pianeta. Il sistema alimentare in generale è la più grande minaccia per la biodiversità. Si stima infatti che il modo con cui produciamo e consumiamo cibo in tutto il mondo è da solo responsabile dell’80% di perdita di specie e habitat a livello globale. Si tratta di impatti diretti e indiretti, che comprendono anche ile ingenti emissioni di gas serra provenienti dal sistema alimentare e il loro pesante effetto sul cambiamento climatico. L’agricoltura, contribuisce al 24% delle emissioni di gas serra globali, classificandosi come uno dei settori maggiormente responsabili del cambiamento climatico. In questo settore tra i maggiori responsabili della produzione di gas serra ci sono gli allevamenti intensivi che, in base a stime della Fao, generano il 14,5% delle emissioni totali di gas serra. Il cambiamento climatico ha anche forti ripercussioni su agricoltura e allevamenti: l’aumento delle temperature medie, con piovosità instabile e calamità naturali, sono dannosi per gli animali, i pascoli e le colture. Si riducono infatti qualità e rese delle colture per foraggio e mangimi.

Le emissioni
Anche se a partire dagli anni ’90 le emissioni degli allevamenti sono diminuite, con una riduzione del 20% in Europa nel 2018, ancora oggi a livello europeo rappresentano oltre il 60% del totale delle emissioni del comparto agricolo. La maggior parte di queste emissioni, deriva dai bovini. Secondo l’Ispra dal settore agricolo arriva il 7% delle emissioni di gas serra italiane, circa 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. La maggior parte di queste emissioni, il 78%, deriva dagli allevamenti, in particolare da bovini (quasi il 70%) e suini (più del 10%), mentre il 10% proviene dall’uso dei fertilizzanti sintetici.

Do eat better
Sistemi alimentari non sostenibili non danneggiano soltanto l’ambiente, ma minacciano anche la salute, l’istruzione, l’economia, la sicurezza e la pace. L’allarme sugli allevamenti intensivi arriva dal Wwf che lancia la campagna #DoEatBetter, con una serie di consigli per cambiare le abitudini di consumo. L’obiettivo del piano Food4Future del Wwf è quello di modificare i sistemi alimentari, dalla produzione al consumo, per renderli più resilienti, più inclusivi, più sani e più sostenibili, tenendo conto delle necessità umane e dei limiti del pianeta. Quattro sono le aree in cui è urgente agire, dal campo, al mare, alla tavola, alla riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari.

Le regole d’oro
Il consiglio che il Wwf dà ai consumatori è di ridurre al minimo il consumo di carne e prodotti derivati. Per coloro non vogliono rinunciare a includere carne nella propria dieta, raccomanda di cercare di acquistare da carne da allevamenti estensivi, meglio se certificata biologica. L’acquisto diretto in fattoria o attraverso associazioni e mercati contadini può essere un modo per lasciare più valore aggiunto presso sistemi locali di produzione estensivi sostenibili.

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