Alunni maltrattati nell’asilo. Ai domiciliari tre insegnanti

Dopo qualche mese di indagine arrestate una 25enne e due 50enni, sono di Casapulla e di Macerata Campania

CASAPULLA – Tre insegnanti sono state arrestate per maltrattamenti aggravati. Stando alla Procura, in concorso tra di loro avrebbero maltrattato sistematicamente gli alunni loro affidati. Si tratta di due donne di Macerata Campania e una di Casapulla. Una di loro ha 25 anni e lavora nella scuola da qualche mese mentre le altre sono 50enni al lavoro nel centro da tempo. L’inchiesta ha riguardato la scuola dell’Infanzia in viale Kennedy a Casapulla diretta da Francesca Merola, che figura tra le arrestate. Le indagini hanno permesso, anche attraverso intercettazioni ambientali e riprese video, di ottenere prove concrete delle violenze che i bambini erano costretti a subire. Le violenze si sarebbero verificate nella paritaria Le piccole pesti. Stando alle indagini effettuate dai carabinieri su delega della Procura i fatti risalgono all’autunno scorso, quando la madre di due bambine che frequentano la scuola ha denunciato ai carabinieri i presunti maltrattamenti di cui le piccole sarebbero rimaste vittima. Nei confronti delle tre insegnanti sono stati disposti gli arresti domiciliari Stando a quanto emerso dalle indagini chi tra i piccoli piangeva veniva lasciato solo e sgridato, umiliato e qualche volta preso a schiaffi o messo in un angolo con le mani in testa; qualche bimbo, sarebbe emerso dalle indagini, è stato tirato giù con forza dalla brandina. Elementi di prova sono poi emersi dai messaggi tra le insegnanti su whatsapp e dai racconti raccolti da altri genitori. Nei prossimi giorni le tre maestre sosterranno gli interrogatori di garanzia davanti al gip che ha firmato il provvedimento cautelare. Stando alle indagini fin qui effettuate in alcuni casi i bimbi sarebbero stati imboccati con violenza durante il pranzo o messi in punizione con le mani sulla testa e lasciati soli a piangere. L’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari, per maltrattamenti pluriaggravati sono giunti al termine degli accertamenti portati a termine dai militari dell’Arma. I fatti risalgono all’autunno scorso, quando la madre di due bimbe che frequentano la scuola ha denunciato ai carabinieri i presunti maltrattamenti di cui le piccole sarebbero rimaste vittima. In particolare la più grande delle due aveva raccontato alla madre che veniva imboccata con violenza dalle maestre durante la mensa; la madre ha poi scoperto che lo stesso trattamento veniva riservato anche alla più piccola delle sorelline. I carabinieri hanno ricevuto la segnalazione e hanno così messo sotto controllo i cellulari delle tre maestre che si occupavano delle due classi in cui si trovavano le sorelline. All’interno delle aule hanno installato delle telecamere per trovare riscontri alla denuncia. Le immagini hanno mostrato che i comportamenti delle tre maestre erano sistematici. Avrebbero documentato schiaffoni, strattoni, grida e modi piuttosto violenti, specie quando i bimbi facevano qualche capriccio durante i pasti. La Procura parla di violenze fisiche e psicologiche nonché gravi omissioni nella cura e nell’assistenza degli alunni loro affidati. Gli interrogatori di garanzia si terranno entro il termine di dieci giorni. In quella circostanza le tre insegnanti arrestate potranno difendersi dalle accuse. Una delle tra coinvolte ha già annunciato attraverso il proprio avvocato che risponderà alle domande, cercando di chiarire la sua posizione. “La nostra comunità è rimasta sconvolta dalla notizia dell’operazione dei carabinieri di San Prisco che ha portato all’esecuzione di ordinanze cautelare nei confronti di tre insegnanti di un istituto per l’infanzia privato che si trova nel Comune di Casapulla, accusate di presunti maltrattamenti nei confronti di alcuni bambini. L’amministrazione comunale è vicina agli alunni coinvolti in questa brutta vicenda e alle loro famiglie. Restiamo in attesa di ulteriori risvolti e siamo totalmente fiduciosi nell’operato della magistratura”. Queste le parole del sindaco di Casapulla Renzo Lillo.

I pesanti turni delle maestre con i 20 bimbi

Gli episodi di violenza documentati dai carabinieri sarebbero singoli ed estemporanei ma reiterati nei periodi considerati nell’indagine. Il giudice delle indagini preliminari Alessandra Grammatica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha firmato i provvedimenti a carico delle tre indagate dopo i riscontri da cui è emerso un quadro indiziario grave. Dai riscontri degli inquirenti è emerso come a corredo delle presunte violenze ci fosse una gestione dell’istituto imputata principalmente alla direttrice del plesso contestualmente alla compartecipazione alle violenze. Le insegnanti, stando a quanto emerso dalle indagini, infatti sarebbero state sottoposte a turni pesanti, di molte ore con la gestione quasi esclusiva di circa 20 bambini. L’altro giorno nella scuola in via Kennedy a Casapulla si era tenuta la giornata contro il bullismo. Le indagini che hanno riguardato la scuola paritaria di Casapulla ricordano molto quelle che furono a suo tempo condotte in una scuola privata a San Marcellino qualche anno fa. In quel caso al termine del processo quattro suore di una scuola dell’infanzia di San Marcellino, già sospese nel giugno dell’anno precedente in quanto accusate a vario titolo di intralcio alla giustizia e maltrattamenti sui minori, furono condannate. Il blitz scattò nel 2018. In quel caso le violenze avvennero nell’Istituto paritario Santa Teresa del Bambin Gesù, dove svolgevano servizio le suore appartenenti alle Suore degli Angeli. Secondo l’accusa, le monache percuotevano i bambini anche sulle parti intime. Le suore rischiarono anche gli arresti domiciliari, ma la misura fu negata dal gip. Le vicende contestate riguardarono i mesi di aprile e maggio 2018, scaturite dalle denunce presentate ai carabinieri di San Marcellino da parte dei genitori di cinque bambini, che, all’interno delle mura domestiche, avevano manifestato disagi e cambiamenti di umore chiaramente riconducibili a comportamenti subiti presso l’istituto scolastico. Da lì i primi dubbi e le prime paure di maltrattamenti che i piccoli potrebbero aver subito. Le indagini, condotte anche mediante l’utilizzo di videocamere, permisero di documentare diversi episodi ai danni dei bambini. Successivamente, le mamme di quattro alunni avevano riconosciuto i propri figli attraverso alcuni video che circolavano indiscriminatamente sia in chat che su alcuni siti internet di informazione locale. In quel periodo era in corso la vendita, da parte della sede generale delle Suore degli Angeli, dell’istituto di San Marcellino: un’azione forse legata all’immagine oramai compromessa della scuola. La madre superiora (che materialmente non maltrattò i bambini) tentò di comprare il silenzio di una mamma con del denaro.

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