Ambiente, il Wwf mette il Governo sotto esame

Il Wwf monitora l’esecutivo: nel piano nazionale Draghi spieghi come centrare i target prefissati. Gli obiettivi: riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e transizione ecologica in tutti i campi produttivi

“Ci aspettiamo che il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza dichiari chiaramente la propria carta di identità ambientale”. Il Wwf entra a gamba lunga sulla tematica ambientale affrontata dall’esecutivo italiano e si rivolge direttamente al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi. La richiesta è una: nella versione definitiva del PNRR che l’Italia si appresta ad inviare entro aprile alla Commissione Europea, il Governo indichi non solo come vuole raggiungere il target di almeno il 37% di azioni per il clima e per la biodiversità (più un 3% di singoli investimenti), ma descriva chiaramente il contenuto dei progetti e la qualità delle misure messe in campo per conseguire gli obiettivi ambientali della transizione ecologica in campo energetico, industriale, agricolo, dei trasporti e per riqualificare il nostro patrimonio naturale.

Il Wwf prepara così il terreno in vista di oggi, quando il premier incontrerà le Regioni, Anci e Upi, ricordando come la proposta di Piano del 12 gennaio non presenti obiettivi ambientali dichiarati, come chiesto dall’Europa sin dall’inizio e poi stabilito nelle Linee Guida della Commissione Europea sui Pnrr degli Stati Membri del 22 gennaio scorso e il Regolamento europeo sul Dispositivo di Ripresa e Resilienza (RRF) del 12 febbraio scorso.

Le Linee Guida, sottolinea il WWF, chiedono ai Paesi della UE, tra cui l’Italia, un impegno che va oltre al target quantitativo in tutti i campi di intervento, in modo da evitare rigorosamente qualsiasi danno significativo sull’ambiente e da perseguire gli obiettivi europei per favorire la transizione ecologica grazie a una serie di elementi. Tra questi, il più importante è quello che riguarda la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti al 2030 e al conseguimento della neutralità climatica al 2050. Ma anche la riduzione dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la corretta gestione dei rifiuti e delle acque, la protezione e la riqualificazione degli ecosistemi e della biodiversità (la Strategia Europea per la Biodiversità chiede di proteggere almeno il 30% delle aree terrestri e il 30% delle aree marine dell’UE, e integrare i corridoi ecologici in una vera rete naturale trans-europea).

E il Regolamento europeo, aggiunge il WWF, descrivendo i contenuti del Piano, è chiarissimo nel chiedere che il Piano sia debitamente motivato e giustificato e contenga “una spiegazione qualitativa del modo in cui le misure previste nel PNRR contribuiscano alla transizione verde, compresa la biodiversità” (articolo 18, paragrafo 4, lettera e). Solo un Piano, che contenga misure che contribuiscano efficacemente alla transizione verde e le riforme correlate, potrà passare il vaglio della Commissione Europea tenendo conto di coefficienti di calcolo coerenti con gli obiettivi per il clima e la biodiversità che su 179 campi di intervento ne indicano 64 che hanno un valore aggiunto green riconosciuto.

Altra tematica sulla quale il Wwf insiste è quella dell’utilizzo dei pesticidi. Restano solo 6 giorni utili, fino al 12 aprile prossimo, per partecipare alla consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea sulla revisione della direttiva Ue Pesticidi (2009/128/EC), la normativa europea che fissa le regole per un utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari ed impone agli Stati membri la redazione di Piani di azione nazionali per la sua attuazione. Quello dell’Italia è ormai scaduto dal febbraio 2018 ed è urgente un suo aggiornamento, sottolinea il Wwf Italia, parlando di “un’occasione imperdibile per far sentire da parte dei cittadini, direttamente alla Commissione europea, la propria opinione in merito alle regole europee sull’uso dei pesticidi. Per questo è importantissimo che il maggior numero possibile di associazioni e singoli cittadini si attivino per partecipare”.

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