Amministrative: urne aperte per ballottaggi. Ma è ancora scontro su fascismo

Si aprono le urne per i ballottagi, ma la tensione resta alta in politica, come nel Paese.

ROMA – Si aprono le urne per i ballottagi, ma la tensione resta alta in politica, come nel Paese. Il secondo turno delle elezioni amministrative sarà un vero e proprio banco di prova per le ambizioni di centrodestra e centrosinistra, che si contendono la guida di città strategicamente importanti come Roma, Torino e Trieste.

La sfida della Capitale vede contrapposti due blocchi: da un lato Enrico Michetti, fortissimamente voluto da Giorgia Meloni, ma alla fine sostenuto anche da Lega e Forza Italia, dall’altro Roberto Gualtieri, piddino di scuola Ds-Pci, ma che gode dell’appoggio di tutta la coalizione, compresa quella personale del presidente del M5S, Giuseppe Conte, col quale ha condiviso l’esperienza del governo giallorosso e della trattativa europea per il Recovery fund.

A Torino, invece, la partita è tra Francesco Lo Russo, candidato dem che per cinque anni ha combattuto il M5S e la sindaca uscente, Chiara Appendino, addirittura con una denuncia che le è valsa una condanna a sei mesi per falso nel caso Ream, e il frontman del centrodestra, Paolo Damilano, figura moderata che ha già conquistato il favore del marito di Appendino. La terza, grande sfida è quella di Trieste, dove il centrodestra, con Roberto Dipiazza, pensava di poter chiudere la partita già al primo turno, invece ha dovuto rivedere i suoi piani e spingere per altre due settimane per provare ad avere la meglio di Francesco Russo, sostenuto dal centrosinistra.

Ma sull’extra time di campagna elettorale sono piombati come un macigno gli eventi degli ultimi 7 giorni, a partire dalla protesta di sabato scorso a Roma contro il Green pass, sfociata nell’assalto di Forza Nuova alla sede nazionale della Cgil, fino alle proteste dei portuali nel giorno dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà del certificato verde anti-Covid per accedere ai posti di lavoro, senza dimenticare le manifestazioni di protesta nel resto del Paese. E in particolare quella organizzata a Bologna, dal cui palco sono partite offese pesanti alla senatrice Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute agli orrori della Shoah, scatenando un mare di proteste e solidarietà da parte delle forze politiche, di sinistra come di destra.

La capitale è protagonista anche in questo fine settimana, sia per la manifestazione indetta dalla Cgil in difesa dei valori sindacali e dell’antifascismo, sia per la commemorazione del 78esimo anniversario dai rastrellamenti nel Ghetto da parte delle forze nazifascismo. Evento a cui FdI aveva deciso di partecipare, prima di concordare un rinvio a dopo le elezioni per venire incontro alle richieste di una parte della Comunità ebraica. La leader Giorgia Meloni, però, ha voluto comunque far sentire la sua vicinanza con una dichiarazione pubblica rilanciata sui suoi canali social: “Il 16 ottobre del 1943, 1022 tra uomini, donne e bambini vennero deportati dal ghetto ebraico di Roma dalla furia nazifascista. Sopravvissero solo in 16. Ricordare questo orrore, il momento più basso della storia d’Italia, è un dovere di ogni italiano. Mai più questo odio”. Il tema resterà anche dopo i ballottaggi, ma ora la parola passa agli elettori.

Di Dario Borriello

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