Terrorismo: in manette foreign fighter italo-marocchino

Isis a Milano
Foto LaPresse

ROMA – E’ finito in manette il 25enne italo-marocchino Samir Bougana su cui pendeva l’ordinanza di custodia cautelare per partecipazione ad associazione con finalità terroristica. L’uomo è stato dichiarato vicino ad Al Qaeda, prima, e all’Isis, poi.

L’indagine


Samir Bougana stato trovato e arrestato in Siria grazie all’indagine della Procura di Brescia. L’arresto si è concretizzato grazie alla stretta collaborazione tra l’Fbi e gli uomini dell’Aise, l’Agenzia per la sicurezza esterna, oltre che della Farnesina. Proprio l’Fbi , durante le indagini, ha stretto rapporti con le forze curdo-siriane alle quali Bougana si era arreso ad agosto 2018

Chi sono i foreign fighter

Si tratta di combattenti stranieri spesso definiti volontari stranieri (in inglese foreign fighters) tra le file dei miliziani ribelli che si oppongono alle truppe governative siriane. E’ un elemento caratterizzante della guerra civile siriana e ha permesso che la Siria diventasse la prima mèta per i combattenti jihadisti e il più importante campo di battaglia del mondo per il jihād nonché il più importante punto di aggregazione e addestramento per i fondamentalisti islamici di altre nazioni.

Generalmente il miliziano non siriano è di età compresa tra i 18 e i 30 anni, ben istruito (alcuni combattenti sospendono gli studi per combattere al fronte) e senza esperienza militare. L’accesso al territorio siriano avviene nella maggior parte dei casi attraverso il confine turco o iracheno a causa del controllo dei valichi di frontiera da parte dei ribelli.

La meta privilegiata

Sono le formazioni più estremistiche del jihādismo takfirista. Si stima che le due formazioni jihadiste più importanti, il Fronte al-Nusra (jihadista di obbedienza qa’idista) e lo Stato Islamico dell’Iraq e Levante (di fede jihadista ma in forte polemica con al-Qāʿida), accolgano tra le loro file almeno 9mila combattenti non siriani, ovvero circa il 20% del totale
Altre stime vedono la percentuale salire notevolmente tra i miliziani di Da’esh, con il 40% di non siriani tra gli effettivi. Includendo le altre formazioni islamiste e l’Esercito siriano libero si arriva a una cifra complessiva tra gli 11 e i 15mila
Al termine del 2013 il numero di stranieri uccisi dalle forze governative è calcolato aggirarsi intorno alla cifra di 7mila

Foreign fighter, una scelta personale

A differenza di altri conflitti, in cui si è assistiti all’afflusso di militanti jihadisti stranieri, come Afghanistan, Bosnia e Somalia, il ritmo di crescita della presenza dei volontari stranieri è più alta e nella maggior parte dei casi la scelta di combattere deriva da un’iniziativa personale più che da un arruolamento da parte di un gruppo estremista. La scelta individuale è la differenza principale rispetto ai combattenti stranieri presenti nei gruppi intervenuti a combattere a fianco dell’esercito regolare siriano (tra cui libanesi, iracheni, palestinesi e yemeniti), che sono invece inquadrati in strutture organizzate.

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