Antitrust, Bruxelles multa la casa produttrice di Hello Kitty

Costano caro alla giapponese Sanrio le limitazioni imposte all'interno dello Spazio economico europeo ai commercianti che avevano acquistato merci soggette a licenza

Photo by Toshifumi KITAMURA / AFP

MILANO – Antitrust, Bruxelles multa la casa produttrice di Hello Kitty. Costano caro alla giapponese Sanrio le limitazioni imposte all’interno dello Spazio economico europeo ai commercianti che avevano acquistato merci soggette a licenza. L’azienda alla quale si deve la fama mondiale di Hello Kitty, il personaggio dalle fattezze feline creato nel 1974 dalla designer Yuko Shimizu, è infatti sanzionata per 6,2 milioni di euro dalla Commissione europea.

Il motivo, si legge in una nota, è l’aver introdotto misure dirette volte a limitare le vendite al di fuori del territorio di competenza da parte dei licenziatari. Ad esempio tramite apposite clausole o attraverso l’obbligo di reindirizzare alla stessa azienda gli ordini di vendita non provenienti dal territorio di competenza. Ma anche misure volte a incoraggiare in modo indiretto il rispetto delle restrizioni relative ai territori di competenza. Come il mancato rinnovo dei contratti per chi non si adeguava alle restrizioni. Pratiche illegali che secondo Bruxelles sono svolte per 11 anni, tra il 2008 e il 2018. E che hanno creato barriere all’interno del mercato unico a scapito dei consumatori finali.

Le dichiarazioni della commissaria responsabile per la concorrenza

“La decisione odierna conferma che non si può impedire agli operatori commerciali che vendono prodotti soggetti a licenza di vendere tali prodotti in altri paesi”, sintetizza la commissaria responsabile per la concorrenza, la danese Margrethe Vestager. Affermando che “i consumatori, sia che comprino una tazza Hello Kitty che un giocattolo Chococat, possono ora godere di uno dei principali vantaggi del mercato unico. Vale a dire la possibilità di acquistare i prodotti ovunque in Europa per avere accesso alle offerte più vantaggiose”.

L’ammenda, calcolata utilizzando gli orientamenti della Commissione adottati nel 2006, avrebbe comunque potuto essere decisamente più pesante. L’esecutivo europeo ha infatti concesso a Sanrio una riduzione dell’importo del 40%. Riconoscendole di aver cooperato nel corso dell’indagine antitrust avviata nel 2017 anche al di à dei propri obblighi giuridici. In particolare fornendo informazioni che hanno consentito di stabilire la durata prolungata dell’infrazione.

(Marco Valsecchi – LaPresse)

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