Argentina, bimba stuprata e costretta a partorire

La piccola stava morendo. Al giudice ha detto: "Toglietemi questo coso da dentro". L'hanno fatto, ma con un cesareo

BUYURRACU’- Dal Nord Ovest dell’Argentina una storia difficile, cruda. Vera. Nella provincia del Tucumán una bimba di 11 anni è rimasta incinta dopo essere stata stuprata. Ad abusare di lei il compagno 65enne della nonna a cui era stata affidata. Il motivo per cui non viveva con la mamma? La bambina era stata tolta alla madre proprio perché il patrigno si approfittava delle altre due sorelle e le violentava ogni volta che tornava a casa ubriaco.

Accusava forti dolori alla pancia

Maria (nome di fantasia) non s’è nemmeno accorta di essere incinta. A 11 anni non può saperlo. Non aveva raccontato a nessuno l’incubo vissuto per mano dell’orco. Ma che avesse mal di pancia, sì, ha avuto il coraggio di dirlo. Così il 29 gennaio la mamma l’ha accompagnata all’ospedale ‘Eva Perón’. Arrivata al nosocomio, la scoperta: la bimba portava in grembo un feto di 19 settimane. Quando le è stato comunicato, ha raccontato tutto, non risparmiando i dettagli. La bimba ha detto di essere stata stuprata dal fidanzato della nonna.

Cavilli burocratici hanno rischiato di ammazzarla

In Argentina l’aborto è vietato. Ma c’è una legge di un secolo fa, del 1921, che consente l’aborto nei casi di minorenni violentate o di rischio di salute per la madre. Solo 48 ore per adottare il provvedimento, nel frattempo si sono attivati i movimenti femministi. Il tempo passava, Maria faceva la spola tra casa e ospedale. E’ arrivata a pesare 50 chili, le sue condizioni fisiche peggioravano col passare dei giorni. Poi, giunta alla 23esima settimana, il giudice ha deciso di intervenire. Troppo tardi ormai per la legge. Malgrado quella frase pronunciata – “toglietemi questo coso da dentro” – Maria è stata costretta a partorire. Le è stato praticato un cesareo. Ora è mamma di un bimbo che pesa 600 grammi: difficilmente si salverà.

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