Armi per la difesa personale, frizioni Lega-M5S: governo sempre più in bilico

I pentastellati non condividono la proposta del Carroccio

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Lega e 5 Stelle tornano a dividersi. Questa volta sulle armi. Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio si è detto non disponibile a votare la proposta di legge firmata da 70 parlamentari del Carroccio che punta a facilitare l’acquisto di armi per la difesa personale. Dopo il braccio di ferro per la nuova legittima difesa, si apre quindi un altro fronte politico tra i due partner di governo.

Di Maio boccia la Lega: “Non votiamo”

Mettiamo un attimo i puntini sulle i: io un Paese con la libera circolazione delle armi non lo voglio. Non lo vuole il Movimento 5 Stelle e sono sicuro non lo vogliano nemmeno gli italiani“, ha attaccato frontalmente Di Maio. “Nessun eletto del Movimento la voterà. Nessuno! Anche perché più sicurezza non vuol dire certo più armi in strada, al contrario. Andiamo avanti col contratto di governo, rispettando la volontà dei cittadini“.

Divisione insanabile

La questione però c’è. Dopo il malumore e le accuse per la legge sulla legittima difesa, ora il vicepremier non può cedere su un’altra questione così lontana dal sentiment della base pentastellata. “Se mai un giorno avrò la fortuna di avere un figlio, voglio che vada a scuola sereno e tranquillo, che da adolescente passi il tempo a studiare e a viversi la vita, non che trovi il modo di comprarsi facilmente una pistola. Abbiamo fin troppi problemi da risolvere in questo Paese, non aggiungiamone altri. Pensiamo alle imprese e a creare nuovi posti di lavoro, piuttosto“.

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