Atp Finals: Torino e Fit alzano asticella. Binaghi: “Si può migliorare”

Una ricaduta economica sul territorio di 102 milioni, una copertura televisiva in 133 paesi per un totale di 6195 ore di trasmissione e una customer satisfaction che oscilla fra il 90% del pubblico generalista e il 98% di sponsor e ospiti della corporate hospitality.

Foto Alessandro Tocco/LaPresse

TORINO – Una ricaduta economica sul territorio di 102 milioni, una copertura televisiva in 133 paesi per un totale di 6195 ore di trasmissione e una customer satisfaction che oscilla fra il 90% del pubblico generalista e il 98% di sponsor e ospiti della corporate hospitality. I numeri lusinghieri della prima edizione delle Atp Finals di Torino, caratterizzata dalle incertezze della pandemia e da una macchina organizzativa alle prese con un evento inedito in città, sono solo il punto di partenza verso l’appuntamento del 2022, il cui battesimo si è tenuto a Palazzo Madama. Una lunga marcia di avvicinamento – al via ufficiale mancano 221 giorni – che tutti, dalla Federtennis all’Atp stessa fino agli enti locali, auspichino conduca a una manifestazione ancor più di successo.

“Torino deve continuare ad affermarsi come una delle capitali mondiali del tennis, qui si devono scrivere pagine importanti della storia del nostro sport. La prima pagina ci ha dato grandi soddisfazioni e ci permette di programmare le prossime edizioni partendo da una solida base di ottimi risultati. Per il futuro siamo convinti che ci sia ancora un buon margine per migliorarsi – assicura il numero uno della Fit Angelo Binaghi, collegato da remoto – Credo che questa sia la legge più importante nello sport e valga anche per l’organizzazione degli eventi, bisogna sempre cercar di crescere e migliorarsi se si vuol vincere. Per questo vogliamo che la prossima edizione sia ricordata per aver dato ancora maggior attenzione ai fan del tennis e al pubblico generalista. Pensiamo anche che la fine delle limitazioni legati alla pandemia potrà essere un ulteriore stimolo per creare nuove opportunità da offrire al pubblico”. Binaghi snocciola dati, elaborati da tre studi indipendenti effettuati da Nielsen, Atp Media ed Ernst&Young, che certificano la riuscita dell’evento l’anno scorso. A cui inevitabilmente ha contribuito la presenza di due italiani al ‘torneo dei maestri’. Matteo Berrettini e Jannik Sinner tuttavia in questa stagione stanno incontrando qualche difficoltà in più, legata a motivi fisici. “Al di là degli infortuni, sono fiducioso che si possano ottenere anche quest’anno soddisfazioni paragonabili a quelle che i nostri giocatori ci hanno dato nel 2021”, ha aggiunto Binaghi.

La Race to Torino al momento vede il tennista romano al nono posto, mentre quello altoatesino è un po’ più indietro, 14°. Ma il tempo per recuperare e presentarsi al Masters di metà novembre (13-20) in Piemonte non manca. “Vogliamo continuare a far crescere questo evento stupendo. Speriamo quest’anno di poter avere il palazzetto pieno e di avere ancora altri italiani che partecipano – auspica in un video messaggio il presidente del circuito Atp Andrea Gaudenzi – La prima edizione è andata benissimo e non è stato facile, in primis per il Covid e poi per la grande difficoltà di portare un evento da Londra, dove gli standard erano molto alti, a Torino”. Che ora punta a stupire nuovamente tutti, dai tennisti agli appassionati.

LaPresse

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