Ucraina: Lo Shakhtar di De Zerbi riparte da Istanbul, tour di amichevoli per la pace

Il calcio ucraino prova a ripartire. Il dramma della guerra in corso non permette ancora di pensare al campionato, fermo dal 24 febbraio, giorno dell'attacco russo. Ma il pallone qualcosa di importante può fare comunque: dare una mano a chi sta soffrendo.

Foto LaPresse - Tano Pecoraro 09 05 2021 Genova - (Italia) Sport Calcio Genoa vs Sassuolo Campionato di Calcio Serie A TIM 2020/2021 - Stadio "Luigi Ferraris" nella foto: de zerbi roberto Photo LaPresse - Tano Pecoraro 09 May 2021 City Genova - (Italy) Sport Soccer Genoa vs Sassuolo Italian Football Championship League A TIM 2020/2021 - "Luigi Ferraris" Stadium in the pic: de zerbi roberto

MILANO– Il calcio ucraino prova a ripartire. Il dramma della guerra in corso non permette ancora di pensare al campionato, fermo dal 24 febbraio, giorno dell’attacco russo. Ma il pallone qualcosa di importante può fare comunque: dare una mano a chi sta soffrendo. E’ questa la prossima ‘mission’ dello Shakhtar Donetsk di Roberto De Zerbi, che domani si riunisce per tornare a lavorare sul campo. Ovviamente non in terra ucraina: la sede del ritrovo sarà Istanbul. Per staff tecnico e giocatori un momento certamente speciale, 44 giorni dopo il ‘rompete le righe’. La squadra non sarà al completo: mancheranno i brasiliani, che compongono praticamente la metà della rosa. Quasi tutti si sono accasati in altre squadre. Per questo, sono stati chiamati i giovani in prestito. Insieme, i neroarancio prepareranno una serie di amichevoli in giro per l’Europa, con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’Ucraina che soffre. La gioia di tornare sul campo è innegabile, anche se “al momento non è possibile pensare al calcio in quelli che possono essere i termini del ‘prima’”, ha spiegato a LaPresse il bresciano Carlo Nicolini, assistente del direttore sportivo Darijo Srna.

“Tornare alla normalità dello sport sarà il passo successivo, anche se sarà molto, molto dura. Adesso c’è la gioia di riabbracciare i ragazzi e le persone dello staff, provando a vivere dei giorni che non potranno essere spensierati, perché la testa sarà a quello che sta accadendo”, ha detto. “Ma lo sport può dare dei messaggi molto forti e positivi. Facendo quello che siamo capaci a fare, proveremo in maniera pacifica a dare un aiuto a chi in questo momento ha bisogno, la popolazione ucraina”. L’obiettivo, ha aggiunto Nicolini, “è cercare di organizzare delle partite amichevoli, con il ricavato destinato ad aiutare in particolar modo bambini e ospedali”. La squadra ha superato oggi la frontiera arrivano in Slovacchia e da qui ha preso il volo per Istanbul. Ad ospitarla saranno le strutture della federcalcio turca e delle tre squadre della capitale, Basaksehir, Besiktas e Fenerhbace. “Io e lo staff tecnico partiremo dall’Italia domani. Viaggeremo a nostre spese, perché in questo momento il club non ha possibilità”, ha proseguito Nicolini. “Dobbiamo capire quanti e quali giocatori che abbiamo, per organizzarci. Non abbiamo ancora l’elenco completo”.

Mancherà di sicuro Georgiy Sudakov: hanno fatto il giro del mondo le immagini del centrocampista rinchiuso in un bunker con la moglie incinta. “Ci raggiungerà dopo il parto”, ha informato Nicolini. Intanto, un motivo di soddisfazione c’è già: essere riusciti a far uscire gli ucraini dal paese. “Abbiamo fatto di tutto per aiutarli, per portarli nelle città ad ovest, più al sicuro”, ha poi sottolineato il dirigente ai microfoni di Radio1. “Abbiamo fatto pressione con la Uefa, che si è adoperata in maniera eccezionale per trovare una soluzione. Ha proposto un permesso speciale da chiedere al governo per consentire ai giocatori di lasciare l’Ucraina. Il permesso dura dal 5 aprile al 25 maggio, con grossissimi rischi se uno non dovesse rientrare”. Al momento le amichevoli in programma sono con Besiktas, Fenerbahce, Lazio, Siviglia e Psg. “Ma è tutto da incastrare, non è facile trovare le date”, ha spiegato il dirigente. “Anche Guardiola con il Manchester City ha dato la disponibilità, se riusciranno a trovare uno spazio tra le partite che devono giocare”.

Di Attilio Celeghini

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