Aversa, mazzette in Comune: 8 arresti NOMI E FOTO

AVERSA – Otto persone agli arresti domiciliari, fra le quali il dirigente del settore tecnico del Comune Raffaele Serpico e l’ex geometra dell’amministrazione Giuseppe “Geppino” Menale (in pensione dall’anno scorso), più altri 5 indagati e piede libero: questo il bilancio dell’ordinanza emanata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord (sostituti procuratori Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo) ed eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo del gruppo di Aversa. Fra l’altro, da un immobile che in origine comprendeva 6 unità abitative ne è stato ricavato uno con 19 appartamenti, quindi molto oltre l’aumento di volumetria del 35% consentito dal ‘Piano Casa’ della Regione. Il tutto, secondo l’ipotesi accusatoria, grazie a soldi versati a Serpico e Menale.
Oltre ai due dipendenti, sono finiti agli arresti gli imprenditori Alfonso e Yari Cecere (padre e figlio); Raffaele Truosolo, l’architetto Anna Cavaliere, Donatella Diana e Alfonso Pisanelli.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Stellato, Alfredo Marrandino e Felice Belluomo.
I carabinieri si sono occupati in particolare di tre pratiche, di cui una relativa a un bonus 110, tutte non andate a buon fine. Nel caso di un palazzo in via Linguiti l’“affare” è però riuscito: un fabbricato è stato abbattuto e ricostruito con edificazione di 19 unità di ampia consistenza oltre a locali accessori, ·in luogo delle poche e preesistenti 6 modeste unità immobiliari originariamente a carattere rurale ed altri modesti manufatti (per lo più baracche), con aggravio del carico urbanistico, producendo notevoli ripercussioni in termini di presenza umana, di domanda di opere, di infrastrutture e di circolazione dei mezzi di trasporto.
Secondo quanto emerso dalle indagini, imprenditori del settore edile – grazie alla intermediazione di tecnici di parte e professionisti – riuscivano ad instaurare rapporti corruttivi con i funzionari pubblici e così a superare – mediante il pagamento di somme di danaro ovvero altre utilità – tutte le problematiche inerenti l’istruttoria e la conseguente approvazione dei titoli autorizzativi, anche mediante la soppressione e sostituzione di atti esistenti all’interno delle diverse pratiche edilizie in Municipio. Fra l’altro, un professionista, in qualità di tecnico di parte e in assenza di qualsiasi rapporto lavorativo instaurato con il Comune· di Aversa, al fine di ottenere in tempi rapidi i permessi di costruire, curava – per conto del dirigente dell’Ufficio tecnico comunale – tutte le pratiche pendenti presso l’ufficio, così da eliminare il notevole arretrato esistente. In altri casi, risultando difformità tra la documentazione ufficiale e lo stato dei luoghi, dietro compenso in denaro in favore dei tecnici comunali, venivano sottratti atti ufficiali dall’archivio del Municipio per alterare l’iter procedurale e arrivare così all’approvazione dei progetti presentati.
I titoli autorizzativi, infatti, risultavano rilasciati sulla base di una falsa rappresentazione dei luoghi, effettuata mediante la sostituzione di grafici già esistenti, ovvero in violazione della normativa edilizia vigente e della normativa regionale del “Piano casa’’.
Alcuni complessi residenziali, inoltre, sulla base di permessi di costruire illegittimi, sono stati realizzati in assenza di una preventiva lottizzazione. Nell’ambito di questa inchiesta, da segnalare il sequestro operato nel marzo 2023 da personale del Nucleo investigativo del Gruppo carabinieri di Aversa, in esecuzione di decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della locale Procura della Repubblica, su un immobile realizzato in via Guitmondo, angolo via Linguiti.

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