Bankitalia, sì alla mozione M5S-Lega sulle riserve auree. Il Pd: “Non usatele per il deficit”

I dem, tramite il senatore Antonio Misiani, sostengono che far rientrare l'oro in Italia sarebbe un'operazione costosa e imprudente

Marco Merlini / LaPresse

ROMA – L’Aula del Senato ha approvato la mozione di maggioranza M5S-Lega sulle riserve auree detenute dalla Bankitalia. I voti favorevoli sono stati 141, 83 i no, 12 gli astenuti. Respinte invece le altre tre mozioni sull’argomento, preparate da Fratelli d’Italia, Partito democratico e Forza Italia.

Cosa prevede la mozione pentaleghista

Il testo penta-leghista chiede di “adottare le opportune iniziative al fine di definire l’assetto della proprietà delle riserve auree, nel rispetto della normativa europea”. Sono parole tutto sommato misurate, soprattutto se confrontate al testo di Fratelli d’Italia, che spingeva verso una “tempestiva adozione di un atto normativo che ribadisca, in maniera esplicita, che le riserve auree sono di proprietà dello Stato italiano, e non della Banca d’Italia”.

Il nodo sulle riserve auree

La mozione di maggioranza, inoltre, chiede di “acquisire notizie” sulle riserve detenute all’estero, oltre che sulle “modalità per l’eventuale loro rimpatrio”. Fratelli d’Italia, invece, domandava all’esecutivo di “adottare le iniziative opportune affinché le riserve auree eventualmente ancora detenute all’estero siano fatte rientrare nel territorio nazionale”.

Il Pd frena e invita alla cautela

Il Pd, tramite il senatore Antonio Misiani, sostiene che far rientrare l’oro in Italia sarebbe un’operazione costosa e imprudente. “Dislocare all’estero parte delle riserve auree non è un tradimento della patria – spiega l’esponente dem -. È una strategia di corretta e prudente minimizzazione dei rischi. Si lascia l’oro laddove viene acquistato, evitando costosi e rischiosi trasferimenti, e lo si lascia in parte fuori dal territorio nazionale per motivi di sicurezza”.

La linea di Forza Italia

Forza Italia, nella sua mozione, voleva “escludere ogni ipotesi di vendita o di cessione delle riserve auree. Tantomeno ove il ricavato fosse destinato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e ancor meno ove fosse utilizzato alla temporanea disattivazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva e sulle accise previste per il 2020 e 2021”. La preoccupazione è condivisa anche dal partito guidato da Nicola Zingaretti, che nel suo documento paventa “un’infrazione alla normativa Ue e agli accordi sottoscritti a livello internazionale” nel caso dell’utilizzo dell’oro per fini “governativi”.

Bankitalia, le rassicurazioni di Lega e M5S

Il Movimento e il Carroccio hanno sottolineato di non voler utilizzare i lingotti del caveau di via Nazionale per far diminuire deficit o debito. “Nessuno nella maggioranza ha mai detto di voler pagare con le riserve auree il debito pubblico – ha spiegato la senatrice Laura Bottici si sta parlando dell’oro detenuto dalla Banca d’Italia. E dico detenuto perché non è esplicitato da nessuna parte di chi sia”.

Il suo collega della Lega, Alberto Bagnai, ha evidenziato che “l’indipendenza della banca centrale non è minimamente in discussione”, e non lo è nemmeno “la gestione dell’oro”, che “nessuno pensa di dare al Governo”. L’importante, per Bagnai, è affermare che quell’oro è l’oro degli italiani.

L’ex premier Monti lancia l’allarme

Queste parole, però, non hanno rassicurato l’ex premier Mario Monti, secondo cui quello del Senato è stato un dibattito pericoloso. Perché “se si vuole questa discussione oggi con certi risultati, purtroppo nessuno penserà che non sia per qualche secondo fine”, come appunto usare l’oro della banca centrale per obiettivi di breve termine.

(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)

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