Mascherine anticovid, ancora uno scandalo: “subappalto” di FCA pagato con fondi pubblici

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto Domenico Arcuri

Una commessa da oltre 80 milioni di euro di soldi pubblici stornati, per vie indirette, alla FCA. Questo lascerebbe dedurre la ricostruzione andata in onda durante l’ultima puntata di Non è l’Arena, su La7, condotto da Massimo Giletti. Al centro del servizio il ruolo della Baritech srl di Modugno, una società di produzione di lampadine che era sull’orlo del crac finanziario.

Così fino a marzo dell’anno scorso, quando l’allora commissario straordinario per l’emergenza covid-19, Domenico Arcuri, ha lanciato un sondaggio tra le aziende italiane che avrebbero potuto convertire gli stabilimenti per la produzione di materie prime utili alla fabbricazione di mascherine.

La seconda vita dell’azienda pugliese

La Baritech srl è tra quelle individuate dall’indagine esplorativa. La commessa, da parte dello Stato, è di 46 milioni di euro. La BCI Company, società svizzera specializzata in crisi industriali che possiede l’80% della Baritech, investe nell’azienda di Modugno 8 milioni di dollari per riconvertire la produzione. È della partita, col 20% del capitale societario, anche l’IFM – Independent Fund Management, fondo d’investimento del Liechtenstein.

L’azienda pugliese è salva e inizia a lavorare il Meltblown, tessuto-non-tessuto prodotto con polipropilene e utilizzato come strato filtrante per le mascherine chirurgiche. La Baritech srl ne produce su quattro linee, ciascuna in funzione 24 ore su 24. Ai quattro macchinari, acquistati da un’azienda cinese, lavorano in tre turni al giorno tra gli 80 e i 100 operai.

Quel che il servizio andato in onda ha provato a stabilire è in che modo la Baritech abbia vinto la commessa e a chi venga destinato il tessuto per mascherine. Alla prima domanda l’azienda pugliese non ha risposto, trincerandosi nel silenzio: “Il nostro contratto per la produzione di Meltblown è soggetto a degli accordi di riservatezza – si legge nella mail inviata alla redazione del programma – e per questo ci dispiace di non poter fornire ulteriori informazioni”. “Poiché tale contatto ha come riferimento il commissario straordinario per l’emergenza covid-19 – prosegue il messaggio -, la preghiamo di prendere contatti direttamente con lui”.

Un subappalto di FCA pagato con soldi pubblici?

Nel frattempo il commissario straordinario è stato sostituito, ma se la prima domanda è rimasta inevasa, alla seconda rispondono indirettamente i camion che lasciano lo stabilimento di Modugno, stipati di tessuto per mascherine e tallonati dalla troupe televisiva. Le telecamere riprendono gli autocarri mentre imboccano l’uscita autostradale di Avellino est. Destinazione: lo stabilimento FCA di Pratola Serra, di recente riconvertito alla produzione di mascherine.

Dovesse essere accertata la cessione del Meltblown alla FCA, si potrebbe sostenere senza commettere errori che la Fiat – già beneficiaria di un contratto con lo Stato per la produzione di 27 milioni di mascherine al giorno – sia stata sollevata dal pagamento di un suo subappalto grazie, ancora una volta, ai fondi pubblici.

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