Basta polemiche, chi può si vaccini

Nel giorno due del post-riabilitazione di Astrazeneca, alla Stazione Marittima di Napoli 501 docenti hanno rinunciato al vaccino dopo aver comunicato la disponibilità. Parliamo di oltre il 60 percento degli “aventi diritto”. Anche le forze dell’ordine hanno disertato quasi per la metà. A Brindisi tiene banco il rifiuto del personale sanitario a vaccinarsi, con una querelle impietosa destinata a proseguire. La foto del centro vaccinale Covid di Cremona completamente deserto, con 600 dosi per 58 convocati, ha fatto il giro d’Italia. Questo è il contesto in cui, probabilmente, ci muoveremo nei prossimi mesi, a meno di una decisa inversione di rotta.
Delle poche cose che – in piena infodemia – mi sembra di aver compreso del Covid, è che la normalità ce la sogniamo se non raggiungiamo quella famosa “copertura” del 70, 80 percento della popolazione. Senza rispondere a questa chiamata a raccolta tutte le varie dichiarazioni di intenti del tipo “ne usciremo migliori” declinate dai balconi di tutta Italia assumono valore pari a zero. La vera richiesta che è fatta alla popolazione è raggiungere quella cifra. Quella cifra che ci permetta di iniziare a vedere la normalità, che restituisca una speranza a quanti fanno i conti da un anno con attività chiuse e mancati ricavi causa contenimenti e zone di vari colori.
Allora ben venga che, dove la metà dei docenti diserta, arrivi chiunque e si faccia vaccinare, come ribadiva il nuovo commissario per i vaccini, il generale Figliuolo. Molto meno comprensibile è invece lanciarsi in proclama pieni carichi di insulti verso le cosiddette “categorie privilegiate” che starebbero togliendo “vaccini” ad altri grazie ai “loro privilegi”. Credete non ce ne siano? Io ne ho incontrati parecchi negli ultimi giorni. Gente che non lesinava parole tipo “mer*e” o “viscidi” o “schifosi” nei loro accorati post social. Alcuni appartenenti anche a categorie in vista, come i giornalisti. Questa comunicazione dell’odio è molto simile a quel famoso “ballo r’e pezziente” che declinava un noto esponente raggamuffin della scena napoletana: ce la prendiamo tra di noi. Ci fa piacere pensare allo scontro sociale, all’eterna diatriba, alla cattiva fede per cui se io oggi mi vaccino, evidentemente sto togliendo il vaccino a te o a qualcuno a cui vuoi bene.
Questa non-logica prevede che in questo momento la già difficile calendarizzazione vaccinale si scontri anche con i gusti personali dell’utente e le sue personali scale di merito? Una persona privilegiata (perché, sì, ritengo che vaccinarsi sia un privilegio in questo momento) dovrebbe tirarsi indietro perché la calendarizzazione di altre categorie procede a rilento? Stiamo come al solito battibeccando sul nulla, e non c’è Scanzi che tenga. In questo momento chiunque può vaccinarsi lo deve fare. Lo deve fare anche per quei 501 docenti che hanno rinunciato al vaccino prolungando la Dad, lo deve fare anche per i sanitari brindisini che stanno obbligando la Asl a cambiare ruoli e collocazioni per non cadere in una diabolica contraddizione, lo deve fare per gli amici di Crema che sono stati convocati in 50 per 600 dosi a causa di evidenti errori della macchina organizzativa. Chi ha il privilegio di potersi vaccinare ora, lo faccia. Il resto sono sterili polemiche che non serviranno a nessuno, men che meno a chiudere una volta per tutte questa partita col Covid-19.

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