Battisti, i difensori: “La condanna all’ergastolo inflitta nel 1993 è inapplicabile”

Istanza per commutare la pena dal 'carcere a vita' a 30 anni

Cesare Battisti appena atterrato a Ciampino

MILANO – La condanna all’ergastolo, inflitta all’ex terrorista Cesare Battisti nel 1993, è “inapplicabile”. É questa la linea che i difensori dell’ex esponente dei Proletari armati per il comunismo, arrestato il 13 gennaio a Santa Cruz in Bolivia dopo una latitanza durata 40 anni, hanno portato di fronte ai giudici della Corte d’Assise e d’Appello di Milano nella prima udienza dell’incidente di esecuzione richiesto dalla difesa di Battisti. I legali di Battisti chiedono di commutare il carcere a vita in 30 anni di reclusione sulla base dell’unico accordo di estradizione valido, secondo la difesa, ossia quello del 2009 tra Italia e Brasile, dove non è previsto il carcere a vita. Per prima cosa i giudici dovranno decidere sull’applicazione o meno dell’isolamento diurno per 6 mesi, al quale Battisti è già sottoposto nel carcere di Oristano dov’è detenuto. É stato deciso infatti di stralciare questa parte, e la decisione della Corte presieduta da Giovanna Ichino è attesa già nei prossimi giorni.

Istanza per commutare la pena da ergastolo a 30 anni

L’istanza di commutazione della pena da ergastolo a 30 anni è stata presentata nelle scorse settimane dagli avvocati Davide Steccanella e Gianfranco Sollai e Battisti ha ricostruito davanti al magistrato di Sorveglianza di Cagliari i passaggi chiave del suo arresto. Battisti ha spiegato che il 14 gennaio scorso, dopo essere stato arrestato dalla polizia brasiliana, si stava imbarcando su un aereo brasiliano, quando è partito il contrordine. Poco tempo dopo è stato preso in consegna da una decina di poliziotti italiani ed è partito alla volta di Ciampino, per poi essere subito trasferito nel carcere di Oristano, dov’è detenuto.

Il cavillo legale

Un passaggio dell’arresto che sarebbe avvenuto con modalità che, per l’avvocato Davide Steccanella, è “una mera consegna diretta alla polizia italiana di soggetto estradato dal Brasile” e, dunque, va applicata “quell’estradizione, perché non penso che lo Stato italiano possa eseguire una pena nei confronti di chi è stato condannato per avere violato la legge, senza a sua volta rispettarla”.

Nominati due periti

Proprio per la necessità di avere “una chiara idea di come si sviluppa” la decisione di trasferire in Italia Battisti, residente in Brasile e arrestato in Bolivia, la Corte ha accolto la richiesta della difesa di nominare due periti per tradurre dallo spagnolo e dal portoghese all’italiano degli atti relativi all’arresto di Battisti, tra cui “il decreto di espulsione, il parere dell’avvocato generale e alcune pagine del provvedimento di estradizioni”. Per la traduzione potrebbero essere necessari fino a tre mesi. Si tornerà in aula il 17 maggio prossimo.

(LaPresse)

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