Bce, domani la riunione: ma tra gli analisti non si aspettano cambi di politica

Appuntamento per la Bce domani con la riunione del Consiglio direttivo. Ma il 'sentiment' fra gli analisti non pare mettere in conto cambiamenti sostanziali di politica monetaria, insomma nulla di più di qualcosa di interlocutorio.

MILANO – Appuntamento per la Bce domani con la riunione del Consiglio direttivo. Ma il ‘sentiment’ fra gli analisti non pare mettere in conto cambiamenti sostanziali di politica monetaria, insomma nulla di più di qualcosa di interlocutorio. La vera attesa è concentrata sul meeting di dicembre, quando l’Eurotower presenterà le nuove proiezioni macro e i governatori annunceranno le loro decisioni in merito al Pepp, Pandemic Emergency Purchase Program, e sulla traiettoria degli acquisti complessivi di asset per il primo trimestre 2022.

Di carne al fuoco, comunque, non ne manca. I punti focali di domani dovrebbero riguardare il modo in cui l’istituto di Francoforte sta reagendo da un lato all’indebolimento della crescita e dall’altro all’aumento delle pressioni sui prezzi. Ai mercati interessa conoscere se l’istituto capitanato da Christine Lagarde continui a ritenere temporaneo il balzo dell‘inflazione in attesa di una discesa graduale nel 2022, sebbene le interruzioni delle catene di approvvigionamento appaiono lontane dall’essere superate.

Senza particolari attese per domani, propenso a prefigurare una linea della Bce da ‘colomba’, è Gero Jung, capo economista di Mirabaud AM, gruppo indipendente specializzato nella gestione di patrimoni per clientela privata e istituzionale: “Non ci aspettiamo che la Bce annunci un cambio di politica durante la riunione di giovedì 28 ottobre”, dice. E parla di pressioni sui prezzi, sottolineando che “è di fondamentale importanza comprendere se l’aumento dell’inflazione sia da considerarsi transitorio o meno, anche perché gli ultimi rilievi hanno indicato che le aziende devono confrontarsi con aumenti dei prezzi da record. Ci aspettiamo che la Bce guardi oltre questi picchi dell’inflazione a breve termine e riconfermi la propria posizione accomodante sulla politica monetaria attuale e futura”.

L’analista si sofferma sulla sfera macro e ricorda come “le rilevazioni di ottobre abbiano indicato che all’inizio del quarto trimestre c’è stato un forte rallentamento dell’attività economica: l’industria, in particolare – dice Jung – ha dovuto affrontare considerevoli ritardi nelle catene di approvvigionamento. Nel frattempo, a causa dell’aumento dei casi di coronavirus, il settore dei servizi ha rallentato dopo il rimbalzo estivo, in particolare in Germania”. Nel complesso, per l’esperto, “gli attuali livelli dell’indice dei direttori agli acquisti rimangono ancora molto al di sopra della media storica, suggerendo che la crescita economica è solida”. “Come riportato dal provider di dati IHS Markit, i prezzi medi di vendita di beni e servizi stanno aumentando a un ritmo mai visto negli ultimi 20 anni”, conclude Jung.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome