Brexit, Coldiretti: “In Gran Bretagna è corsa a fare scorte di prosecco”

L’avvicinarsi della Brexit fa volare del 13% nel 2019 le esportazioni di bottiglie di Prosecco in Gran Bretagna dove è corsa agli acquisti per fare scorte del prodotto Made in Italy più apprezzato dagli inglesi, tradizionali bevitori di birra

PA Wire

MILANO – L’avvicinarsi della Brexit fa volare del 13% nel 2019 le esportazioni di bottiglie di Prosecco in Gran Bretagna dove è corsa agli acquisti per fare scorte del prodotto Made in Italy più apprezzato dagli inglesi, tradizionali bevitori di birra. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione dell’Assemblea nazionale, sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno. Un record storico per il Prosecco con quasi una bottiglia esportata nel mondo su tre che – sottolinea Coldiretti – è stata spedita nel paese della regina Elisabetta.

L’emergenza

Il rischio è che si verifichi quanto già avvenuto per le esportazioni Made in italy colpite dai dazi statunitensi che hanno colpito i formaggi italiani più famosi come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. A ottobre, mese di entrata in vigore degli aumenti tariffari del 25% decisi dall’amministrazione Usa per la black list di prootti, la crescita delle esportazioni alimentari italiane negli States si è, infatti, praticamente azzerata (+0,6%) dopo che nei nove mesi precedenti erano aumentate in media del 14,1%. A trarne vantaggio – spiega la Coldiretti – è stata l’industria del Made in Italy tarocco sono state proprio le brutte copie americane realizzate in Wisconsin, California e nello Stato di New York, dal parmesan con un aumento della produzione ad ottobre del 5,7% rispetto al mese precedente fino al Romano con un balzo del 32,2% nello stesso periodo.

La necessità di una trattativa

“Non è accettabile che sui dazi l’Europa dica ai singoli stati di avviare un dialogo con gli Usa. Gli Stati Uniti non si muovono come California ma come Stati Uniti – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Da Paese fondatore dobbiamo pretendere che sia l’Unione Europea l’interlocutore dell’America, muovendosi con una visione strategica collettiva, soprattutto dinanzi al rischio che le difficoltà interne che il presidente Donald Trump sta vivendo con l’impeachment lo portino ad attuare nuove politiche “di pancia” e che domani quei prodotti che erano estati esclusi dai dazi ne possano essere colpiti. Occorre dunque riprendere il dialogo – ha continuato Prandini – per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati”. E’ così sempre più urgente l’attivazione di aiuti compensativi ai settori più duramente colpiti – ha concluso il presidente della Coldiretti – e concedere sostegno agli agricoltori che rischiano gli effetti di una tempesta perfetta tra dazi Usa e pericolo di Brexit, dopo aver subito fino ad ora una perdita di un miliardo di euro negli ultimi cinque anni a causa dell’embargo totale della Russia?”.

LaPresse

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