Brexit, May: “Non intrappolateci nel backstop”

Il primo ministro britannico May torna a chiedere soluzioni alternative per l'accordo sulla Brexit: "Il Regno Unito non può restare intrappolato a tempo indeterminato nel backstop"

in foto Theresa May


Il primo ministro britannico May torna a chiedere soluzioni alternative per l’accordo sulla Brexit: “Il Regno Unito non può restare intrappolato a tempo indeterminato nel backstop” LONDRA – Il primo ministro britannico Theresa May torna a chiedere soluzioni alternative sulla Brexit, per arrivare alla ratifica dell’intesa, bloccata dai no continui del Parlamento londinese. Il nodo cruciale resta il ‘backstop’, ovvero la rete di protezione imposta dall’Ue per assicurare che il confine fra Irlanda del Nord e Irlanda resti senza barriere anche dopo la Brexit. Alcune settimane fa Michel Barnier, capo negoziatore dell’UE per la Brexit aveva accusato May di aver preso le distanze dall’accordo che lei stessa aveva negoziato. “Le soluzioni alternative al backstop, che secondo May esistono, potranno essere prese in considerazione solo dopo la firma dell’accordo di ritiro”. Ma la May non si rassegna e torna ancora sul punto.

Le richieste di Londa

“Il Regno Unito non può restare ‘intrappolato’ a tempo indeterminato nel backstop, la garanzia sul confine aperto fra Irlanda e Irlanda del Nord imposta dall’Ue nell’accordo di divorzio sulla Brexit”. Secondo Downing Street sono queste le pretese che la premier May intende riaffermare oggi a Bruxelles. Eppure l’Europa ha ribadito più volte il no alla rinegoziazione dell’accordo. May però continua a chiedere “soluzioni alternative” per alleggerire il backstop come condizione per ottenere la ratifica del Parlamento britannico al testo bocciato a gennaio.

La posizione dell’Europa

L’Ue ha spiegato in più occasioni che è impossibile riaprire il negoziato. Da parte tedesca c’è però la volontà di concedere qualcosa a Londra, in modo da evitare un ‘no deal’. Un pericolo sempre più concreto, visto che la data di uscita è fissata per il 29 marzo. Intanto ieri hanno fatto molto discutere le parole di Donald Tusk, presidente del Consiglio della Ue. “C’è un posto speciale all’inferno per quelli che hanno promosso la Brexit senza avere un piano su come portarla a termine”, ha detto alla vigilia dell’arrivo della May a Bruxelles. La strada per la premier britannica è tutt’altro che spianata.

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