Brindisi, 29 arresti: usavano un drone per recapitare i telefonini in carcere

Ordini impartiti dal carcere usando telefonini cellulari recapitati anche con un drone. E' quanto emerge dall'inchiesta dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Brindisi sfociata all'alba in 29 arresti

Carabinieri (Foto Andrea Butti/LaPresse)

BRINDISI – Ordini impartiti dal carcere usando telefonini cellulari recapitati anche con un drone. E’ quanto emerge dall’inchiesta dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Brindisi sfociata all’alba in 29 arresti. Gli indagati, 19 finiti in carcere e gli altri ai domiciliari, sono accusati a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti d’auto, ricettazione e riciclaggio, estorsione, armi anche da guerra come un fucile Kalashnikov, detenzione e cessione di cocaina ed eroina.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi, Tea Verderosa, su richiesta del pubblico ministero Luca Miceli.

Ruolo di primo piano è stato contestato a due brindisini, già ristretti in carcere per precedenti inchieste, i quali davano indicazioni sul lavoro da compiere via telefono a persone di fiducia e familiari, ricevendo poi informazioni sull’andamento delle attività.

Due micro telefonini sono stati sequestrati dalla polizia penitenziaria di Brindisi, assieme a un drone che doveva essere usato per la consegna, il 29 marzo 2020.

 “Le indagini, chiamate Grid per la rete di intrecci, sono partite il 25 settembre 2019, dopo l’arresto in flagranza di reato di un 51enne di Brindisi, trovato in possesso di sei grammi di cocaina”, spiega il procuratore aggiunto di Brindisi, Antonio Negro, in una nota. “Gli accertamenti dei militari hanno fatto emergere l’esistenza di un sodalizio finalizzato alla commissione di furti d’auto”, prosegue Negro. “In alcuni casi i mezzi venivano smontati e i pezzi destinati al mercato nero dei ricambi, in altri scattava il cosiddetto cavallo di ritorno, cioè la richiesta estorsiva per ottenerne la restituzione”.

Il gip ha disposto anche il sequestro a scopo preventivo della ditta Recuperi Sud srl, con sede a Brindisi, specializzata nella rottamazione dei veicoli e nel soccorso stradale. Il titolare e un dipendente della ditta, destinatari di ordinanza di custodia, secondo l’accusa provvedevano a occultare e a smontare le auto in un capannone.

Le indagini, inoltre, hanno accertato l’esistenza di collegamenti con contesti malavitosi baresi e leccesi per l’approvvigionamento della cocaina destinata allo spaccio sulla piazza brindisina e hanno permesso di ricostruire un canale di rifornimento dell’eroina a Oria (Brindisi).

(LaPresse)

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