Brucellosi bufalina, l’allevatore: “Controlli asfissianti sulle aziende”

Anziché invitare le imprese bufaline a mettersi in regola si elevano multe da 10mila euro. Parla Noviello. Il rappresentante di categoria ha sospeso lo sciopero della fame: i parlamentari gli hanno assicurato l’attenzione del ministro Schillaci sul caso brucellosi.

Adriano Noviello
Adriano Noviello

Diciotto giorni di sciopero della fame alle spalle e ora una nuova fase di lotta. Adriano Noviello, allevatore trentaquattrenne, uomo di punta della battaglia del movimento degli allevatori bufalini contro le politiche degli abbattimenti messe in campo del governatore Vincenzo De Luca, dall’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici e dall’Asl di Caserta tiene intanto a ringraziare tutti gli allevatori che in quei giorni di digiuno gli sono stati vicino.

“Li ringrazio – dice – non soltanto per la loro presenza costante e per la loro solidarietà. Li ringrazio anche per avermi tenuto al corrente, e mi preme denunciarlo, di come la macchina dei controlli, non soltanto sanitaria, sia diventata sempre più asfissiante nei confronti degli allevatori che protestano”.

Rigorosa?

No, asfissiante. Ho raccolto testimonianze e documenti di una volontà punitiva senza precedenti. E non parliamo solo di controlli sanitari, ma anche ambientali o tecnici che in un paese normale si risolvono con delle prescrizioni, cioè invitando l’imprenditore a sanare la criticità. Qui invece fioccano verbali di oltre 10mila euro, multe salatissime dai costi molto superiori rispetto agli interventi da fare. Se prescrivi degli obblighi migliori i processi produttivi, se spari una raffica di multe distruggi l’azienda. E’ chiaro, no?.

Tolleranza zero, dunque?

Ben oltre, mi creda. C’è un brutto clima. E basterebbe guardare al fatto che per le multe applicano sempre il massimale, per averne la prova. E dirò di più: quando impoverisci un allevatore, quando gli sottrai reddito ingiustificatamente, reddito che non sarà reinvestito, impoverisci e ammazzi non solo l’azienda, ma anche un intero comparto, già di per sé precario. Fai un danno all’intero territorio.

Torniamo allo sciopero della fame…

Sì, allo sciopero e alla solidarietà anche di tanti parlamentari del territorio che sono venuti a trovarci e che, devo dire, hanno dato forti garanzie sul fatto che l’attenzione del ministro Schillaci sarebbe stata alta, che la nostra nuova protesta non sarebbe passata inosservata, che poi era il nostro obiettivo. Attivata nuovamente l’attenzione sui problemi del territorio, l’assemblea mi ha chiesto di sospendere dunque lo sciopero della fame.

Ieri il ministro Lollobrigida ha approvato il decreto che stabilisce termini e modalità di erogazione del fondo di ristoro per le aziende bufaline colpite da brucellosi o tubercolosi sbloccando di fatto la prima tranche di risorse, per due milioni di euro…

Sì, ho letto e spero che si tratti realmente di un’apertura bei confronti degli allevatori.

Eppure la consigliera regionale Maria Muscarà ha affermato che Lollobrigida avrebbe dovuto approvare quel decreto dopo il commissariamento perché ora premia De Luca affidandogli altre risorse da utilizzare magari in maniera clientelare e spacca gli allevatori.

La capisco e sostanzialmente condivido. Quel fondo per i ristori agli allevatori è stato per anni un obiettivo di una nostra battaglia appoggiata in prima battuta dall’opposizione dei 5 stelle e poi sostenuta anche dalla maggioranza di centrodestra. I due milioni ovviamente erano il budget minimo per poter avviare la macchina dei ristori ma sono risorse che saranno implementate. Oggi, rispetto al gravissimo danno subito in tutti questi anni, queste risorse non risolveranno certo la drammaticità della situazione, tant’è – e può scriverlo – che molti allevatori hanno già deciso di darlo in beneficenza. Magari alla ricerca scientifica per trovare quelle soluzioni che certa politica non ha evidentemente interesse a trovare.

Indipendentemente dal commissariamento, qual è oggi lo stato dell’arte?

Guardi, non vorrei sbagliarmi, ma dal 2017 ad oggi, grosso modo, sono stati abbattuti circa 80mila capi. Non lo dico io, ma la sezione statistiche sui report delle macellazioni da provvedimento sanitario. E lo sa, stando a quanto emerso dal Tavolo dell’assessore Caputo, a quanto ammonta il risarcimento? A 178 euro circa per ogni capo abbattuto.

Prossime mosse del movimento?

Ci siamo dati un obiettivo a breve termine. La settimana prossima lanceremo un appello al Consiglio dei Ministri. Chiederemo il commissariamento prima della pausa natalizia. Il governo Meloni dovrà dirci sì o no. E se dovesse ulteriormente rimandare non potremo che prendere atto del fatto che non vuole assumersi nessuna responsabilità e lasciare alle regioni la gestione dei problemi. Spero comprendano che oggi i numeri delle infezioni sono gli stessi del 2019 e che abbiamo buttato cinque anni di sacrifici enormi all’aria. Poi ci sono i nuovi focolai che, sinceramente, fanno paura. E allora io dico: cosa aspettano?

Soldi agli allevatori, favore a De Luca

La consigliera regionale campana del gruppo misto Maria Muscarà, da anni in prima fila nella battaglia contro i piani regionali di eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bufalina che non esita a definire “devastanti”, boccia la firma del decreto Francesco Lollobrigida che stabilisce i criteri e le modalità di corresponsione delle risorse del Fondo per il ristoro delle aziende danneggiate dalla diffusione della brucellosi della tubercolosi. Sul piatto, due milioni di euro.

“Anziché commissariare chi in otto anni di governo regionale ha letteralmente devastato il settore bufalino nella provincia di Caserta mandando al macello per sospetta brucellosi o tubercolosi oltre 100 mila capi bufalini dei quali solo nell’1 per cento è stata dimostrata l’infezione – spiega Muscarà – il ministro ha deciso di sbloccare due milioni di euro per i relativi indennizzi. Complimenti: non poteva fare un favore più grande a De Luca”.

“Se il suo scopo era quello di offrire ulteriori strumenti di clientela politica al principale responsabile delle politiche degli abbattimenti nel Casertano e di legittimarne i disastri – aggiunge la consigliera regionale – il ministro ha fatto centro”. “Se, poi, grazie a questa bella pensata, che avrebbe semmai dovuto rimandare all’indomani dell’attesa nomina di un Commissario di Governo, il ministro sarà riuscito anche a spaccare il fronte degli allevatori in lotta, la frittata sarà bella e fatta”.

Ma nel mirino della consigliera campana finiscono intanto anche i parlamentari Marco Cerreto e Gimmi Cangiano, del partito della premier Giorgia Meloni che a poche ore dalla firma di Lollobrigida in calce al decreto, erano intervenuti sottolineando come “ancora una volta il Governo ha dimostrato di avere grande attenzione per il nostro territorio”. “A questo punto – sottolinea tagliente Muscarà ribadendo il boomerang politico del provvedimento – mi domando se il trionfalistico entusiasmo dei parlamentari casertani Cerreto e Cangiano per questo improvvido decreto sia dovuto a incompetenza politica, incapacità o altro”.

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