Caivano, abusi e violenze tra le palazzine del Parco Verde

Un arresto per violenza sessuale ai danni di una minorenne nello stesso rione in cui fu violentata e uccisa la piccola Fortuna Loffredo

CAIVANO (gs) – Un arresto per abusi su una minorenne di circa 15 anni, in manette è finito lo zio, 28 anni. Una brutta storia che si è verificata in un luogo fisico che, volta dopo volta, si sta trasformando in un paradigma. Sì, perché è accaduto al Parco Verde di Caivano, in quell’agglomerato di palazzine in cui il 24 giugno 2014 si consumò una di quelle tragedie che restano nell’immaginario collettivo, che travalicano i confini locali e restano, indelebili, nella memoria e nella coscienza delle persone. Lì, al Parco Verde, nell’Isolato 3, scala C, morì Fortuna Loffredo. Due rampe che separano il sesto dal settimo piano: nel primo abitava Fortuna, nell’altro l’amichetta del cuore, la figlia di Marianna Fabozzi, compagna del presunto assassino di Chicca.
 La caduta dall’ottavo piano della palazzina del Parco Verde
Chicca precipitò dall’ottavo  piano. All’inizio sembrava per una caduta accidentale, poi le indagini virarono bruscamente e sul faldone spuntò la parola omicidio. Poi ci furono gli orrendi momenti in cui, effettuando l’autopsia sul corpicino della piccola di sei anni, emersero dettagli inquietanti. Fortuna aveva subito violenze. Il Parco Verde, da quel momento in poi, si è trasformato del parco degli orrori. Del delitto della piccola Fortuna è stato riconosciuto responsabile Raimondo Caputo, per tutti Titò. La quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli lo scorso luglio gli ha inflitto il massimo della pena. Sarebbe stato lui a costringere Fortuna a salire sul terrazzo del palazzone popolare per poi lanciarla nel vuoto. Non solo. Per Caputo è arrivata anche la condanna per gli abusi nei confronti di Chicca e di altre due minorenni. Una di loro era l’amichetta del cuore di Fortuna: proprio a casa sua la piccola era stata vista l’ultima volta prima che il corpo, agonizzante, fosse scoperto sul cemento del cortile del palazzo, senza più la scarpetta destra.
“Al Parco Verde i bambini continueranno a morire”
Su quello stesso selciato, e senza la stessa scarpa, fu trovato morto il 28 aprile 2013 il figlioletto di quattro anni di Marianna Fabozzi, compagna di Caputo, volato da una finestra dell’abitazione della nonna al settimo piano dello stesso edificio nel quale viveva anche la famiglia di Fortuna. Storie intrecciate, morti drammaticamente simili e uno sfondo di abusi. “La condanna ce l’ho io, per tutta la vita, che non ho più mia figlia”, disse tra le lacrime Domenica Guardato, la mamma di Fortuna, dopo che fu emessa la dopo oltre cinque ore di Camera di Consiglio. Prima di quel verdetto, Caputo rilasciò dichiarazioni spontanee: “Volete condannare un innocente, ma vedrete che al Parco Verde continueranno a morire dei bambini”.

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