Calcio, Lega Serie A: fumata nera in prima votazione presidente

Fumata nera. Nessuna sorpresa da Palazzo Parigi, l'hotel nel centro di Milano dove i 20 club di Serie A si sono riuniti per la prima assemblea elettiva.

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MILANO– Fumata nera. Nessuna sorpresa da Palazzo Parigi, l’hotel nel centro di Milano dove i 20 club di Serie A si sono riuniti per la prima assemblea elettiva. Le possibilità che venisse nominato al primo colpo il successore del dimissionario Paolo Dal Pino erano praticamente nulle. Un ‘papabile’ in grado di convincere tutti non c’è e le varie anime dell’assemblea non hanno ancora i numeri. La prima votazione si è così conclusa con 17 schede bianche, due nulle e un solo voto valido, andato al neo eletto consigliere indipendente Gaetano Blandini, dg della Siae. L’appuntamento odierno era l’occasione per fare il punto della situazione e tracciare un potenziale identikit, ma nomi non ne sono stati fatti. Anche Aurelio De Laurentiis, all’ingresso, ha tenuto a schiarire che il nuovo presidente “non dev’essere politico. Si sono confuse le funzioni. Il presidente non è uno che deve comandare, deve presiedere, deve rappresentare gli interessi e le decisioni di venti società che si esprimono con il consiglio direttivo e l’assemblea”.

“Dobbiamo capire come uscire fuori dal pantano dove i precedenti gestori hanno buttato da due anni la Lega, un immobilismo, aggravato ancora di più dal covid e quant’altro”, ha aggiunto il presidente del Napoli. “Quello che nessuno vuole capire è una cosa fondamentale, che la Lega di Serie A è autonoma e indipendente, perché finanza tutto il movimento calcio e senza la Lega Serie A non esisterebbe la Federcalcio o la Serie B, la C, D, il calcio femminile, eccetera. E anche qualche altro sport del Coni”. Eppure non sono pochi i club che vorrebbero vedere a capo di via Rosellini una figura legata al mondo della politica. I rumors ‘schierano’ nomi come Casini, Maroni, Veltroni, Alfano, che potrebbero avere un canale diretto con le istituzioni e quindi accelerare i tempi su temi caldi come ristori e capienza stadi ma anche per modificare la legge Melandri sulla commercializzazione dei diritti tv. Un’altra direzione si muove verso figure interne al mondo del pallone, come l’ex direttore generale della Roma Fienga o l’avvocato Antonio Romei. Lotito spinge verso il già citato Blandini. Ma siamo ancora, appunto, nel campo delle ipotesi. I tempi non sono maturi per la fumata bianca e con tutta probabilità non sarà decisivo nemmeno il prossimo appuntamento, in agenda la prossima settimana: anche in quella occasione serviranno 14 voti per eleggere il nuovo presidente. Probabile che qualcosa possa iniziare a smuoversi a partire dalla terza assemblea, quando servirà la maggioranza semplice: 11 voti. I tempi, però, stringono. Il nuovo presidente deve essere eletto, secondo regolamento, entro 45 giorni. E entro il 15 febbraio la Lega è chiamata ad adeguare il proprio statuto ai principi informatori imposti dalla Figc. Questioni da risolvere per evitare il commissariamento.

Minaccia che però non sembra spaventare De Laurentiis: “Sono delle boutade, ma stiamo scherzando? Sono cose buttate lì da qualcuno che mostra i muscoli perché non ce l’ha e allora ha bisogno di dimostrare, non so a chi, di averceli”. A presiedere l’assemblea odierna è stato l’ad dell’Atalanta Luca Percassi, nominato vice presidente della Lega. E’ stato lui a tracciare il bilancio di fine giornata: “È stata una riunione molto piacevole. Tutte le squadre si sono espresse con una grande unità d’intenti. Rispetto al passato recente ho trovato un clima costruttivo e collaborativo”, ha assicurato. “Siamo fiduciosi che si possa tornare a dialogare in modo semplice in modo che la Lega torni ad essere il motore del calcio. La mia elezione – ha aggiunto – è stata necessaria per garantire la continuità dell’assemblea. Il messaggio più importante è il clima di dialogo e confronto. Lavoriamo perché la Lega Serie A continui il suo percorso di miglioramento e crescita”. Le varie ‘anime’ al momento però sono distanti: serve al più presto trovare sintonia. La partita è tutta da giocare.

di Attilio Celeghini

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