Camorra a Pianura, la faida è per il business dei gadget del Napoli

NAPOLI – La camorra di Pianura ha messo gli occhi sul business ‘scudetto’. Venerdì scorso, poche ore dopo l’omicidio di camorra (l’ennesimo) tra via Pallucci e via Torricelli, quando sugli smartphone rimbalzavano ancora le foto del corpo senza vita di Antonio Esposito (legato alla mala di Soccavo), Pianura sembrava un quartiere in festa. In serata era in programma il match Napoli-Lazio, poi perso dagli azzurri, e il grigio della periferia occidentale era colorato dall’azzurro di sciarpe e bandiere in vendita sulle decine di bancarelle allestite agli angoli delle strade, soprattutto lungo via Provinciale Montagna Spaccata. Un affare da migliaia di euro che piace (e anche molto) ai due cartelli criminali che si contendono il quartiere, i CarilloPerfetto e i CaloneEspositoMarsicano. E’ quanto emerge dalle indagini sulla ‘stesa’ contro l’abitazione del 20enne Gaetano Antonio, alias biscotto, avvenuta nella notte tra il mercoledì e il giovedì precedenti al civico 334 di via Torricelli. I proiettili avevano colpito la finestra di una appartamento abitato da persone incensurate. Fin da subito si era ipotizzato che si trattasse di un errore legato all’imprecisione dei pistoleri. Tuttavia, le indagini hanno confermato che il 20enne, indicato come esponente di vertice del cartello Calone-Esposito-Marsicano, abita nello stesso stabile. Il gruppo è in lotta da circa due anni con i Carillo-Perfetto, e sembra che negli ultimi tempi sia stata violata la pax mafiosa a causa di un nuovo business, quello delle estorsioni ai danni dei venditori ambulanti di sciarpe, bandiere e gadget del Calcio Napoli. Secondo gli investigatori, i Calone-Esposito-Marsicano avrebbero rotto gli accordi di pace con i Carillo-Perfetto, dopo essere entrati nel racket delle estorsioni ai danni dei venditori ambulanti. Questo ha provocato la reazione dei rivali che hanno organizzato la scorribanda armata in via Torricelli. Il 20enne, già ferito in un agguato in estate, sembra essere stato incaricato di riorganizzare il gruppo criminale composto da un manipolo di giovanissimi dal grilletto facile, uno dei quali è stato indicato come coinvolto nel rapimento e nell’omicidio di Andrea Covelli, almeno secondo quanto emerso dai social. Tuttavia, non ci sono elementi investigativi probanti su questi post. Dopo la morte di Covelli e quei post sui social, lo Stato ha decapitato i gruppi in lotta con il maxi blitz dello scorso 14 luglio, portando alla pace. Tuttavia, ora sembra che la faida potrebbe riesplodere. La lotta per il controllo del territorio e dei business illeciti sembra essere un problema ancora molto attuale. Non solo piazze di spaccio, dunque, e non solo estorsioni ai negozi. Oggi il racket punta ai successi del Napoli, che con la sua volata sta facendo sognare una città e una tifoseria, sempre più desiderose di cucirsi sul petto il terzo tricolore.

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