Caos procure, Ermini: “Le nomine siano trasparenti. No a interessi esterni”

Gli ultimi sviluppi del plenum straordinario convocato dopo la diffusione delle notizie sull'inchiesta di Perugia

ROMA “Ogni determinazione venga assunta al riparo di interessi esterni ed al solo fine di assicurare l’efficienza e la conformità a Costituzione della attività giurisdizionale”. Così infatti il vicepresidente del Csm David Ermini nel corso del plenum straordinario convocato dopo la diffusione delle notizie sull’inchiesta di Perugia. Che coinvolge cioè il pm di Roma Luca Palamara e altri magistrati.

La linea del vicepresidente Ermini

“Le nomine dei capi degli uffici giudiziari siano effettuate attraverso la rigorosa osservanza del criterio cronologico. E fuggendo la tentazione di raggrupparle in delibere contestuali che inducano il sospetto di essere state compiute nell’ambito di logiche spartitorie o non trasparenti”, prosegue.

L’inchiesta di Perugia

E ancora: “Impone di far precedere ogni determinazione da opportuni approfondimenti istruttori e di corredare ogni provvedimento di adeguata motivazione. Acciocché il legittimo esercizio del potere discrezionale non venga censurato sotto il profilo dell’eccesso di potere. O, addirittura, tacciato di arbitrario abuso della funzione – continua Ermini -. Esige che i trasferimenti ad uffici ove si svolgono funzioni che presuppongono l’accertamento di peculiari requisiti di idoneità (penso, ad es., alle funzioni di legittimità) siano disposti previo approfondito accertamento nei canditati delle competenze tecniche necessarie al loro svolgimento. Evitando ogni preventivo accordo sulla ripartizione dei posti”.

La forza della magistratura

“Il Csm e la magistratura hanno al loro interno gli anticorpi necessari per poter riaffermare la propria legittimazione agli occhi di quei cittadini nel cui nome sono pronunciate le sentenze”. Così il vicepresidente del Csm David Ermini nel corso del plenum straordinario convocato dopo la diffusione delle notizie sull’inchiesta di Perugia che coinvolge il pm di Roma Luca Palamara e altri magistrati.

No alle degenerazioni correntizie

“L’associazionismo giudiziario è stato un potente fattore di cambiamento e democratizzazione della magistratura, favorendo una presa di coscienza collettiva in ordine ai valori costituzionali che la giurisdizione ha il compito di attuare e difendere“. Ma consentitemi di dire – aggiunge – che nulla di tutto ciò io vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l’operato del Consiglio Superiore”.

(LaPresse)

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