Carceri, Osapp: detenuto non rientra in carcere a Siena dopo il permesso

Un 30enne marocchino detenuto nel carcere di Siena per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti ieri sera non ha fatto rientro dal permesso

Foto Piero Cruciatti / LaPresse

MILANO (LaPresse) – Carceri, Osapp: detenuto non rientra in carcere a Siena dopo permesso. Un 30enne marocchino detenuto nel carcere di Siena per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti ieri sera non ha fatto rientro dal permesso concessogli per 4 giorni consecutivi. Aveva l’obbligo di pernottamento in carcere. E alle 9 di questa mattina è scattato nei confronti dello stesso il reato di evasione. A dare la notizie è il Segretario Generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria Leo Beneduci. “Si tratta dell’ennesimo episodio in cui la pena comminata da un Tribunale della Repubblica viene vanificata. Da una disfunzione del tutto interna ad un organo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Ciò del tutto in barba agli onesti contribuenti. Che tra l’altro pagano le tasse oltre che per la loro sicurezza anche nella convinzione della certezza della pena”, dice Beneduci.

30enne marocchino non rientra in carcere a Siena 

“Se i permessi ai detenuti vengono concessi per decisioni della magistratura di Sorveglianza propedeutici a tali scelte sono i giudizi espressi dalle Direzioni degli Istituti Penitenziari. Che a loro volta, prima di esprimersi in maniera favorevole dovrebbero ben conoscere l’indole. Ma anche la personalità dei detenuti che ne sono destinatari. Ciò dovrebbe essere ancor più agevole in un istituto penitenziario quale quello di Siena. In cui la presenza di ristretti non appare assolutamente eccessiva”.

“Continuiamo pertanto a sostenere a gran voce, in quanto Organizzazione Sindacale maggiormente rappresentativa del personale. – sottolinea Beneduci – Che, come per la Polizia Penitenziaria, di fatto del tutto abbandonata a se stessa nell’attuale sistema penitenziario. Sono proprio gli attuali Direttori e Provveditori Regionali a lavorare nella maniera peggiore. E ad ingenerare i maggiori disservizi. Soprattutto in ragione del fatto che non viene in alcun modo attuato da parte delle Autorità Centrali dell’Amministrazione Penitenziaria. Del Dicastero della Giustizia alcun sistema in grado di valutarne adeguatamente i risultati conseguiti. Nell’interesse di quella collettività nazionale. Che dal carcere oggi riceve sempre meno contributi per la propria civile convivenza. Nei sensi indicati rivolgiamo pertanto appello al ministro Bonafede. Ma anche al Capo del Dap Basentini per interventi celeri e risolutivi”, conclude Beneduci.

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