Casellati: “Le istituzioni e la politica devono sostenere la famiglia”

Le dichiarazioni della presidente del Senato al meeting di Rimini

ROMA – “La famiglia, sta vivendo oggi una stagione segnata da un vero e proprio dramma epocale: l’inverno demografico. Ma un Paese che non genera figli è un Paese incollato a un eterno presente: è una Nazione incapace di aprirsi a un futuro di crescita e di prosperità. Occorre dunque invertire la tendenza e prendere consapevolezza che investire sulla genitorialità non è più solo un diritto individuale ma un dovere civico e una precisa strategia di sviluppo”. Così la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al meeting di Rimini.

Occorre promuovere un cambiamento culturale

“Una prospettiva che impone un cambiamento culturale che sottolinei con forza il valore sociale della scelta genitoriale. Perché fare figli è un investimento a carico delle famiglie ma con effetti benefici a favore dell’intera collettività. Per questo le istituzioni e la politica devono sostenere la famiglia con interventi di varia natura che siano strutturali e di lungo periodo”. Così la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al meeting di Rimini.

Misure economiche a sostegno della famiglia

“Misure economiche e fiscali, certamente, ma anche di ordine organizzativo, ovvero tese a rendere concretamente compatibile il ruolo di genitore e quello di lavoratore”, aggiunge.

Un intervento legislativo di ampio respiro

“All’Italia serve un intervento legislativo capace di trovare un equilibrio moderno e virtuoso tra la vita privata, famigliare e professionale delle donne, un piano per la conciliazione capace di valorizzare quello che dagli esperti viene definito “giacimento di Pil potenziale”. Secondo una ricerca della Banca d’Italia se riuscissimo a portare al 60% la presenza delle donne nel mercato del lavoro, così come auspica il Trattato di Lisbona, il nostro Pil aumenterebbe del 7% e l’Italia sarebbe al riparo da nuove crisi economiche. Credo che si tratti di un tema nevralgico e di particolare rilievo”, conclude.

(LaPresse)

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