Caso Arata, il M5S contro Salvini: “Dovrebbe dare spiegazioni”

Mentre le intercettazioni vengono depositate al Riesame il Carroccio continua con la linea difensiva. Salvini dice di aver incontrato solo una volta Arata ma il M5S chiede spiegazioni

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Le spaccature nel governo giallo-verde si fanno sempre più importanti. Dopo aver chiesto le dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri, ora i pentastellati spostano la lente d’ingrandimento su Paolo Arata. “Questo attaccamento alla poltrona non lo capisco – ha detto il vicepremier Luigi Di Maio –. A Siri abbiamo chiesto un passo indietro. Continui a fare il senatore, non va mica per strada. Certo che Conte dovrebbe spingerlo alle dimissioni. E lo farà, ne sono sicuro”. Il premier Giuseppe Conte mostrerà la sua posizione lunedì nel vertice decisivo a Palazzo Chigi. “Salvini dice di aver incontrato solo una volta Arata, ma allora come spiega agli italiani che propose proprio Arata ai vertice di Arera? Come spiega ai cittadini che lasciò redigere proprio ad Arata il programma energetico della Lega?”, ha rincarato la dose Francesco Silvestri, vice presidente del M5S alla Camera.

Le parole di Matteo Salvini

“L’ho incontrato soltanto una volta, quante volte lo devo dire. Occupiamoci di altro, pensiamo a lavorare tutti”. ha detto Matteo Salvini, cercando di schivare i colpi dei colleghi di governo. Intanto l’intercettazione in cui Paolo Arata parla di una mazzetta al sottosegretario Armando Siri è stata depositata al Tribunale del Riesame di Roma. La Lega continua con la sua linea difensiva e non vuole saperne di chiedere le dimissioni del sottosegretario del Carroccio.

Le indagini

L’accusa ritiene che Siri, tramite Arata, responsabile del programma Ambiente della Lega, avrebbe cercato di inserire la norma per trarne mazzette. Arata è indagato anche a Palermo nel filone principale dell’inchiesta per corruzione e intestazione fittizia di beni: secondo l’accusa sarebbe stato in affari con l’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri, tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Per i magistrati però Siri non sarebbe stato a conoscenza dei legami tra Arata e Nicastri.

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