Castelvetrano e logge segrete. La Procura: nel paese di Messina Denaro il gruppo massone che ‘comandava’ assegnando pensioni di invalidità e garantendo assunzioni

a sede del "gruppo occulto" era Castelvetrano, paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro

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TRAPANI – Un blitz dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Trapani, ha portato all’arresto di 27 persone coinvolte negli affari illeciti di una loggia massonica le cui mani si allungavano sulla politica, l’imprenditoria e le forze dell’ordine del Paese.

Trapani, la macchina del potere gestita da Lo Sciuto nel paese natale di Matteo Messina Denaro

Altre dieci individui sono invece indagati a piede libero nell’ambito dell’operazione chiamata in codice “Artemisia”, avviata già nel 2015. Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore Alfredo Morvillo, c’è Giovanni Lo Sciuto. Membro della commissione regionale Antimafia, Lo Sciuto è un alfaniano ed ex deputato regionale di Forza Italia fino al 2017. Quel che i carabinieri hanno portato alla luce è un vero e proprio “gruppo occulto” con sede a Castelvetrano, che coincidenza vuole essere il paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro. Dell’associazione così scoperta fanno parte pezzi grossi del Paese capaci, con la loro influenza, di condizionare nomine e bandi. Il particolare più succoso venuto a galla è quello che il gruppo si assicurava potere e voti tramite la concessione di pensioni di invalidità e assunzioni.

Una piramide di corruzione

Lo Sciuto & company avevano messo su un sistema studiato per orientare le scelte del Comune di Castelvetrano, dove si decidevano nomine e stanziavano finanziamenti a livello regionale. La piramide così costruita era anche in grado di ottenere notizie riservate sulle indagini in corso della magistratura e di corrompere enti locali, tra cui lo stesso Comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani. I 27 finiti in manette dovranno ora rispondere di una sfilza di gravi reati.
Corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento, abuso d’ufficio. E ancora associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione.

In manette anche gli ex vertici del Comune di Castelvetrano

Nei guai fino al collo Lo Sciuto, il quale, come riferiscono gli inquirenti “gestiva una macchina di potere“, una vera e propria associazione a delinquere. Braccio destro dell’alfaniano era il massone Giuseppe Berlino, l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante Jr., finito ai domiciliari, l’ex vicesindaco Vincenzo Chiofalo e il commercialista massone Gaspare Magro.
Indagato per corruzione anche l’assessore regionale siciliano alla Pubblica istruzione, Roberto Lagalla.


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