Cattolici e politica: un nuovo codice di Camaldoli

Vincenzo D'Anna, già parlamentare

Abbiamo spesso, forse fin troppo, biasimato la società contemporanea che attraverso il “politicamente corretto”, sta surrettiziamente e trasversalmente modificando la scala dei valori e della morale. Il proponimento di cambiare alla radice i modi di essere della comunità, imponendole nuovi precetti etici, è già in atto dagli albori del terzo millennio ancorché passi pressoché inosservato. Infatti gli assertori di questi nuovi ideali “emancipanti alla modernità” non fanno specifici proclami, né si peritano di dare evidenza e pubblicità alle recondite finalità che pure si prefiggono di realizzare. Un nuovo umanesimo ci viene proposto senza clamori e, quel che è peggio, senza confronti ed approfondimenti, senza un nuovo codice ne’ un manifesto di valori che descriva e confermi la bontà del cambiamento degli stili di vita che fanno da corollario al nuovo pensiero. Eppure la rivoluzione immaginata ha uno spessore consistente: spazia dalla semantica alla filosofia morale, dalla sociologia all’economia, dai costumi e dai gusti sessuali fino alla politica ed al modello di Stato. Prospettive culturali, dunque, ma anche di uso corrente e pratico. Una metamorfosi incipiente che prende corpo man mano, allorquando si sono sdoganati e resi di uso lecito e comune, quei principii etici e morali che talora erano proibiti o deprecati, spesso perseguiti. L’elenco di tali cose sarebbe lungo e spazia dalla manipolazione del DNA all’eugenetica, dall’utero in affitto alla cancellazione dei generi (e della stessa genitorialità), dalle famiglie omosessuali e plurime (matrimoni queer) all’eutanasia, dalla sessualità liquida ed indistinta come scelta diffusa fino alla denatalità sostituita con la procreazione artificiale. Ma, in una società sempre più ibrida e caotica, non ci si ferma certo agli ambiti che interessano la sfera dei diritti personali. Nossignore si invade anche altri settori dell’agire umano. La moneta e la stessa proprietà sono radicalmente ripensate con lo scambio di beni digitali e l’uso di cripto valute. E che dire dell’interazione tra esseri umani che va sostituendosi con l’uso di “Avatar” – forme digitali di noi stessi – e la pratica di utilizzare quotidianamente il “Metaverso”, ossia l’uso di spazi tridimensionali, attraverso l’impiego di appositi caschi visivi, per incontrarsi o commerciare, interloquire e scambiarsi cose e sentimenti, finanche ammirare le opere d’arte entrandovi letteralmente dentro con l’uso del metaverso? Insomma, ci stiamo immergendo in un universo fittizio sempre più smaterializzato e metafisico. Sia ben chiaro che non ho voglia né spazio per entrare nel merito di tutti questi argomenti la cui elencazione serve solo a dare la percezione di quanto sia vasto, profondo e radicale il cambiamento in atto. Orbene se la società, che tutte queste cose nuove racchiude e contiene, è governata, attraverso il metodo democratico dalla politica, quest’ultima è chiamata ad esercitare il potere del governo adeguandosi alle novità etiche e tecnologiche. Una società che cammina e si modifica senza le redini del governo, mette in pericolo la coesione e la pace sociale. Diventa allora impellente che la politica stessa abbia una precisa contezza delle cose e provveda a scegliere tra le nuove e le vecchie opzioni. In buona sostanza: abbia la necessità di comprendere ed adeguarsi secondo un proprio codice di valori e di programmi che disciplini gli sconvolgimenti in atto. Sì, perché non si governerà equamente la società che muta, se non si ha consapevolezza dei cambiamenti, operando le necessarie scelte di fondo. Cosa proporranno e con quali mezzi metafisici i partiti chiederanno il voto agli elettori , e quali dei nuovi valori gli stessi faranno propri. Sarà questa capacità di scelta e di proposta politica , quello che caratterizzerà il nuovo portato culturale dei partiti politici ed i programmi che ne discenderanno per conciliarsi col il “nuovo che avanza”. Il Pericolo, non tanto lontano, e’ che il nuovo mondo si possa radicare comunque al di fuori e forse addirittura in contrapposizione con le vecchie istituzioni politiche. Se quella scala dei valori sulla quale il mondo che abbiamo finora conosciuto si è finora saldamente mantenuto cadrà, tutto quello che fu costruito su quei valori andrà anch’esso in frantumi. Cosa sarà accettato oppure rifiutato dalla politica in futuro ? Come si incarteranno e saranno disciplinati nelle leggi, le novità di questo caleidoscopio mutevole fatto di idee, novità e progetti? Inutile ribadirlo, ma diventa ineludibile adeguare la politica (e quello che esso determina attraverso la legislazione), modificare i suoi codici etici per riformare lo Stato e le sue articolazioni, oltre che adeguare i centri decisionali e di spesa. Così come la scienza può evolversi solo attraverso le moderne conoscenze nel proprio campo, anche la politica ha bisogno di recepire e filtrare la nuova etica pubblica. Nel 1943 un gruppo di intellettuali cattolici si riunì nell’eremo dei Camaldoli in Emilia Romagna per discutere e ridefinire un codice ed una visione sui quali edificare lo Stato sorto dalle ceneri dell’ultima guerra. Lo scopo era quello di sollecitare norme che fossero d’ispirazione (e magari vi fossero trasferite) nella futura carta costituzionale, acclarato che senza teoria non vi potesse essere una adeguata pratica nell’agire politico, un modello in grado di incorporare le novità emergenti. Il codice dei Camaldoli trattò tutti i temi della vita sociale: dalla famiglia al lavoro, dalle attività economiche al rapporto cittadino-Stato, i diritti e le libertà personali ( visti in chiave ovviamente cattolica). Occorrerebbe fare altrettanto oggi, soprattutto dopo la fine delle certezze ideologiche e delle vecchie idee fondanti dei partiti o del loro attuale simulacro. Chi dovrà farlo? Tutti coloro che hanno ingegno e volontà, che parlano di volere la rappresentanza politica moderna e moderata. Ma nessuno sembra porsi questi problemi, uscendo dal cerchio delle proprie ambizioni e dalla cerchia dei politicanti di mestiere. Temo che in giro non siano rimasti in molti quelli che vogliono costruire un moderno centro Cattolico e Liberale. Tema semmai, che si ripropongano coloro che più che altro vogliono continuare solo a stare in mezzo!!

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