Cda Tim: il caso Genish, per ora, può dirsi assolutamente chiuso

L'ad della società fa chiarezza sulle sue dichiarazioni

© Marco Merlini / LaPresse
di Alessandro Banfo

ROMA (LaPresse) – Dopo le turbolenze, il ‘caso Genish‘ può dirsi (per ora) chiuso, con l’aggiunta di una ritrovata “unicità di visione” tra consiglieri e management. Nell’universo delle tlc tutti gli occhi erano puntati sul cda Tim a Roma, riunitosi con un ordine del giorno non reso pubblico. Ma che che aveva in realtà come punto nodale proprio le dichiarazioni dell’ad israeliano.

La scorsa settimana il numero uno dell’azienda aveva infatti accusato a Milano “alcuni membri’ del board

Avrebbero diffuso “congetture e voci che mettono a repentaglio la capacità di raggiungere gli obiettivi ambiziosi che Tim si è proposta”. Nel corso del consiglio di amministrazione durato quasi sette ore la situazione cambia. Il cda in una nota prende “atto del chiarimento fornito dal Ceo” e soprattutto “del rincrescimento per aver fatto delle dichiarazioni non appropriate, che sono state poi amplificate dalla stampa”.

Al termine il cda ha così confermato “l’unicità di visione e di obiettivi di tutti i suoi membri ed il sostegno al management”. Insomma con il Consiglio diviso tra amministratori di nomina Vivendi (socia al 23,9%) e amministratori indicati dal fondo Elliott (che ora sono quasi il 9%), l’impressione è che Genish non voglia certo rischiare nulla prima del 2020 (termine del suo mandato), ora che sembra tornato il sereno.

Tra i dossier sul tavolo rimane infatti ancora quello dello scorporo della Rete. Con l’annunciato progetto di separazione volontaria che porterà ad una società controllata al 100% con propri asset e dipendenti

Nel cda del 25 giugno intanto i consiglieri hanno dato avvio alla revisione dei documenti di governance aziendali. Adottando una nuova versione della procedura per l’effettuazione di operazioni con parti correlate e il regolamento dell’apposito Comitato, costituito il 16 maggio scorso. Dal punto di vista tecnico ecco anche che si amplia il gruppo dei Comitati interni, con i componenti che diventano 5 mediante la nomina di Michele Valensise nel Comitato per il controllo e i rischi, di Marella Moretti nel Comitato parti correlate e di Giuseppina Capaldo nel Comitato per le nomine e la remunerazione.

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