Clan alla resa dei conti, ora i Calone sono più forti

I Carillo-Perfetto hanno otto uomini schierati in ‘trincea’

NAPOLI – Clan alla resa dei conti nel quartiere Pianura. Gli investigatori sanno che la faida è alle battute finali (se non c’è stata resa). E s’aspettano il colpo da ko. La questione è numerica e si risolve con una calcolatrice, prima che con le armi. Ad oggi i Calone-Esposito-Marsicano dettano ‘legge’. Per un motivo semplice: possono contare su più di venti uomini ‘operativi’. Non è poco in una sorta di guerriglia urbana. Solo otto sono gli affiliati pronti alla guerra, schierati dal gruppo Carillo-Perfetto. E’ “una differenza schiacciante – riflette a voce alta un investigatore – ad oggi è proprio qui che si decide chi vince e chi perde. Non in via definitiva, sia chiaro. Ma potrebbe essere il motivo di una resa parziale, condizionata dalle fasi altalenanti dello scontro”.

Insomma tutto è ancora possibile. Ma al momento questa è la cifra dello scontro: le forze in campo. E molto contano le scarcerazioni. Da una parte e dall’altra. Senza contare le retate della polizia e le inchieste della magistratura. Su otto uomini di fiducia, basta un blitz per azzerare la cosca e chiudere definitivamente la partita. La Procura lo sa e segue con attenzione ogni segnale dal territorio. A maggio ha lasciato il carcere Pasquale Carillo, fratello di Antonio Carillo, quest’ultimo ritenuto dagli inquirenti ai vertici del gruppo, che si oppone alla fazione di Antonio Calone. Gli equilibri qui sono precari da mesi e gli investigatori s’aspettano di tutto nelle prossime ore. I Calone e i Carillo sono ai ferri corti. Lo raccontano gli episodi di cronaca. I Carillo-Perfetto per un periodo sembravano meglio organizzati, almeno sulla carta. Gli investigatori avevano acceso i riflettori sul rione Cannavino. Per settimane le pattuglie hanno intensificato i servizi per il controllo del territorio, dopo le scintille e le rappresaglie tra le paranze. Sembrava che la pace fosse saltata, non ci fosse più spazio per la mediazione (nel caso fosse stata tentata). Così Pianura era diventata una ‘polveriera’ in pochi giorni. Gli inquirenti esaminano l’escalation, per captare le potenziali mosse dei gruppi in guerra. Si tratta di capire chi accenderà la miccia e quando, per usare parole degli investigatori. La squadra mobile ha raccolto elementi per ritenere che le cosche non abbiano raggiunto ancora un accordo. E “la guerra prosegue sottotraccia”. Vincerà chi farà la prima mossa.

Su Pianura è calato un silenzio pericoloso. Gli investigatori sospettano che sia solo una fase preparatoria: hanno raccolto elementi, che vanno in questa direzione. Difficile capire dove e quando colpiranno. Secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, qui c’è un violento scontro armato: da una parte i Carillo, di stanza nella roccaforte di via Evangelista Torricelli, dall’altro il gruppo Calone di via comunale Napoli. Più volte arrivati allo scontro frontale. Dunque vacilla la tregua armata nella faida per la droga. Il gruppo Carillo (erede dei Pesce-Marfella) è rimasto con una sola piazza di spaccio in via Torricelli e una piccola ‘postazione’ in via Escrivà. Ma la cosca ha una grossa liquidità nelle casse da sfruttare.

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