CASAL DI PRINCIPE – Che Nicola Schiavone ‘o munaciello e il fratello Vincenzo ‘o trick fossero vicini al clan, nell’ambiente lavorativo in cui si muovevano “era assolutamente noto”: a raccontarlo agli inquirenti nella primavera del 2019 è stato Giovanni, un imprenditore di Sparanise. Ma in pochissimi, solo i più fidati, sapevano invece che Nicola fosse legato pure alla massoneria: “Mi riferisco alla società segreta denominata ‘La Colonna traiana’ di Benevento”. E di questa loggia, stando a quanto riferito dall’uomo d’affari caleno, avrebbe fatto parte anche tale Giuseppe Tanga (non indagato), ex dirigente Enel. Informazioni su intrecci relazionali e di potere che i pm Antonello Ardituro e Graziella Arlomede hanno inserito nell’inchiesta che martedì ha fatto scattare l’arresto proprio per i fratelli Schiavone e per altre 32 persone, coinvolgendo, complessivamente, 66 indagati. L’attività investigativa alla base dell’ordinanza cautelare, firmata dal gip Giovanna Cervo, si è concentrata su due temi: da un lato i business di ‘o munaciello e di ‘o trick, giunti ad infiltrarsi, secondo la Dda, anche negli appalti di Rete ferroviaria italiana, e dall’altro il cartello di uomini d’affare che ha ruotato intorno alla figura di Dante Apicella.
Tornando a ‘La Colonna traiana’, ha riferito Giovanni, “è legata ad una società omologa del bresciano della quale fanno parte il Franchi ed i titolari della Valtellina spa. Tale circostanza mi è stata riportata riservatamente dal Puocci (finito anche lui in carcere per camorra, ndr.) il quale mi disse che costoro si aggiudicavano tutti gli appalti perché massoni. In particolare – ha proseguito l’imprenditore – mi riferì che nella Valtellina che come ho già dichiarato rilevò le aziende del Franchi vi era un dipendente, un a persona di rilievo, forse un quadro, tal Misucci di Brescia o qualcosa di simile che era organico a tale società segreta”.
Seguendo il racconto del caleno (ritenuto vittima dagli inquirenti di alcuni presunti episodi estorsivi commessi da Vincenzo Schiavone), il Tenga, anni fa pure “candidato alle Amministrative nel beneventano nelle file di Forza Italia”, era persona “legata a Vincenzo e Nicola Schiavone. Soprattutto – ha chiarito – si è occupato delle certificazioni per le loro società”.
De ‘La Colonna Traiana’ in passato (intorno al 2010) si è già occupata la Procura di Benevento: la considerava un’associazione segreta che, all’interno della massoneria, avrebbe svolto attività tese ad interferire nelle relazioni diplomatiche dell’Italia. E tra le cause che il gruppo sosteneva c’era quello della liberazione della Cabinda, provincia settentrionale dell’Angola. Quell’inchiesta, però, non sfociò né in provvedimenti cautelari né in processi.
Se i binari erano il campo d’azione di Nicola Schiavone, le telecomunicazioni erano ‘cosa’ del fratello Vincenzo. Servendosi di imprenditori a lui vicini, ha ricostruito la Dda, sarebbe riuscito ad aggiudicarsi negli anni appalti riguardanti lavori alla rete telefonica ed anche elettrica. In particolare il casalese avrebbe collaborato con la Valtellina Spa e la con società Itep, gestita da Claudio Puocci.
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