Clima hot, la natura è la risposta

Foto ©LaPresse

NAPOLI (Giuseppe Stanga) – La natura ha un ruolo cruciale nella lotta al surriscaldamento globale. Le nostre società, la cultura e la nostra economia dipendono fondamentalmente dalla natura: per la sicurezza alimentare e idrica, per la qualità dell’aria, per la protezione dalle malattie, per l’energia, l’elenco potrebbe continuare. Molte popolazioni indigene e comunità locali dipendono direttamente dagli ecosistemi per la loro sopravvivenza. Secondo un nuovo rapporto del Wwf, pubblicato ieri per la Cop27, le ricerche scientifiche più recenti confermano che la natura è anche il nostro alleato segreto nella lotta contro il cambiamento climatico, poiché rallenta il riscaldamento globale e protegge l’umanità da impatti molto più gravi. Il rapporto evidenzia il potere degli ecosistemi naturali di ridurre le emissioni e di aiutare le comunità ad adattarsi e a costruire la propria resilienza in un mondo che si sta sempre più riscaldando. “Our Climate’s Secret Ally: Uncovering the story of nature in the Ipcc Sixth Assessment Report” (Il nostro alleato segreto del clima: scoprire la storia della natura nel Sesto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc) si basa sul lavoro del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) per evidenziare le emergenze interconnesse del cambiamento climatico indotto dall’uomo e della perdita di biodiversità e per spiegare come integrare meglio la natura nella risposta globale alla crisi climatica.

NATURA ED EMISSIONI

Il rapporto sottolinea che circa il 31% delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo negli ultimi 10 anni è stato assorbito dagli ecosistemi terrestri (tra cui piante, animali e terreni), mentre un ulteriore 23% è stato assorbito dagli oceani, con un costo elevato per molti ecosistemi marini, dato che le loro acque diventano sempre più acide. Oltre a rallentare il riscaldamento globale, gli ecosistemi sani aumentano la resilienza e aiutano a proteggere le comunità dagli impatti. Ad esempio, le barriere coralline, le zone umide e le mangrovie offrono una certa protezione dalle tempeste, mentre le foreste possono assorbire l’acqua piovana in eccesso, impedendo il deflusso rapido e pericoloso, le frane e i danni delle inondazioni. Ma gli eventi meteorologici estremi, come la siccità, gli incendi e le ondate di calore marine, possono distruggere interi ecosistemi e causare una mortalità di massa delle specie animali e vegetali.

CHE FARE

Il surriscaldamento globale comporta enormi rischi per la natura. L’aumento della temperatura di 1,1 °C sta già causando un pericoloso e diffuso sconvolgimento della natura. Poiché le attività umane inquinanti emettono sempre più anidride carbonica nell’atmosfera, la capacità della natura di assorbire il carbonio si sta indebolendo e gli ecosistemi degradati accelereranno il rilascio del loro carbonio immagazzinato. Gli ecosistemi sani sono più in grado di proteggere dagli impatti climatici. Senza sfruttare la capacità della natura di immagazzinare carbonio e aiutare a regolare il clima, sarà impossibile raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali ed evitare i peggiori rischi del cambiamento climatico. E senza le protezioni che la natura sana fornisce dai rischi climatici, più persone saranno maggiormente a rischio. Se vogliamo continuare ad adattarci e rallentare il cambiamento climatico, dobbiamo salvaguardare e ripristinare la natura. Questo aspetto fa parte di ogni scenario climatico in linea con la soglia di riscaldamento globale di 1,5 °C stabilita dall’accordo di Parigi. Il miglioramento e il ripristino di ecosistemi sani può contribuire ad aumentare la mitigazione e la resilienza e ridurre alcune delle perdite e dei danni previsti. La natura è una parte importante della soluzione, ma non può fare tutto da sola. Ad esempio, nel 2019, il 64% delle emissioni globali di gas a effetto serra proveniva da combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) e dall’industria. Investire nella natura è una misura che, da sola, non sarà sufficiente e non è un sostituto per la decarbonizzazione dell’intera economia che porta a tagli rapidi, profondi e sostenuti delle emissioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome